Memoria è impegno, appuntamento a Messina
Quest’anno il primo giorno di primavera porterà il ricordo delle 900 vittime innocenti delle mafie in tanti luoghi d’Italia in cui da giorni si lavora alacremente perché nessun contatto sia tralasciato, nessuna associazione, scuola o singolo che abbiano voglia di partecipare.
Io ho lasciato la mia città, Foggia, da qualche giorno per raggiungere Messina.
Qui il gruppo locale di Libera sta organizzando i 100 passi verso il 21 marzo e mi piace pensare che tra questi qualcuno lo sto segnando anche io, con la mia parlata pugliese e l’emozione di vivere in una terra meravigliosa l’arrivo della primavera.
Mio padre è stato ucciso 21 anni fa l’ultimo giorno del mese di marzo: per moltissimo tempo ho pensato che per me la primavera non sarebbe arrivata più. Poi, proprio l’incontro con la Giornata della Memoria e dell’Impegno ha modificato la mia percezione del mese di marzo.
Da qualche anno stiamo provando a ricostruire le storie delle vittime innocenti che ricordiamo nel nostro elenco. Un lavoro complicato e faticoso. In alcuni casi abbiamo pochi elementi che non ci restituiscono molto della persona, sembra quasi che tutto si “riduca” al momento dell’omicidio, ad una morte tragica.
Eppure per noi il 21 marzo è importante ricordare queste 900 persone nella loro vitalità, nel loro essere madri, padri, figli, sorelle, mogli e mariti, cittadini del nostro stesso mondo.
La memoria che custodiamo è fatta di ricordi vivi che restituiscano ai familiari come me una speranza importante, che permetta percorsi difficili di vita e di ricerca di una verità processuale imprescindibile.
In Sicilia il mio racconto si intreccia con quello dei familiari che vivono qui, vicende dolorose raccontate nel luogo in cui le mafie hanno imposto il loro potere per anni; i racconti di queste donne e uomini di Sicilia sono pieni di tenerezza per i loro cari e rabbia per i mafiosi, una rabbia che non sfiora mai il desiderio di vendetta. Ascoltandoli mi convinco ancor di più che ricostruire le storie delle tante vittime innocenti sia l’unica strada da percorrere per comprendere realmente il nostro Paese.
Da Nord a Sud le dinamiche mafiose sono simili ed attraversano le vite delle nostre famiglie, ricordandoci che non possiamo permetterci di fare distinzione tra le vittime e che ogni storia merita di essere ricordata.
L’unico discrimine deve essere l’innocenza di chi ha perso la vita, non perché non riconosciamo il valore di ogni vita e la gravità di ogni omicidio, ma non possiamo ricordare al fianco di chi ha fatto la scelta di condurre una vita retta, oppure inconsapevolmente è rimasto coinvolto in un evento delittuoso che lo ha privato della vita, con chi invece ha compiuto scelte diverse, sbagliando profondamente.
Vi chiedo di esserci il 21 marzo: a Messina o nel luogo più vicino, aiutateci a costruire ponti di memoria che portino ovunque voglia e speranza di cambiamento. Questo sarà il miglior impegno che potremo assumerci nel ricordo dei nostri cari.
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