NEWS

Le ombre sulla direttiva Renzi

Ilaria Moroni il . Istituzioni

Per consentire la ricostruzione dei gravissimi eventi che negli anni 1969-1984 hanno segnato la storia del Paese, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, il 22 aprile del 2014, aveva disposto che con procedura straordinaria tutte le amministrazioni dello Stato versassero all’Archivio centrale dello Stato la documentazione di cui sono in possesso relativa specificamente “agli eventi di piazza Fontana a Milano (1969), di Gioia Tauro (1970), di Peteano (1972), della Questura di Milano (1973), di piazza della Loggia a Brescia (1974), dell’Italicus (1974), di Ustica (1980), della stazione di Bologna (1980), del Rapido 904 (1984)”.

Immediatamente le Associazioni dei familiari delle vittime e la Rete degli archivi per non dimenticare, che da anni chiedevano che un’operazione di trasparenza sui troppi fatti di stragi e terrorismo accaduti nel nostro paese fosse compiuta, hanno iniziato a evidenziarne i limiti e le problematicità al fine di evitare che un’operazione del genere potesse diventare un boomerang.

Sono passati ormai quasi due anni dall’avvio di questo lavoro e sul sito dell’Archivio centrale dello Stato è possibile verificare l’elenco e la consistenza dei versamenti finora effettuati http://acs.beniculturali.it/cosa-conserviamo/documentazione-declassificata/. Se si vuole consultare la documentazione versata l’Archivio centrale dello Stato ha organizzato due postazioni con pc in sala studio dove accedere direttamente ai documenti versati in digitale, affidandosi però agli elenchi prodotti dalle amministrazioni versanti. Sempre in sala studio è presente l’indice generale di tutta la documentazione, digitale e cartacea; quest’ultima può essere richiesta in consultazione con le modalità indicate nel regolamento interno della sala di studio. Il Soprintendente all’Archivio centrale dello Stato valuterà le richieste che perverranno (anche in deroga al regolamento che prevede un tetto massimo di 800 fotocopie a studioso) circa le quantità e le modalità di rilascio delle copie cartacee o digitali.

Il primo dato che si rileva quindi è la disomogeneità dei versamenti: per governare un’operazione del genere infatti sarebbe stato necessario, come d’altronde auspicato in principio, istituire una commissione di specialisti che lavorasse in sincrono con l’Archivio centrale dello Stato così da disporre regole comuni per i versamenti. Si è scelto di non farlo e questo ha pregiudicato innanzitutto il controllo e poi la consultazione della documentazione declassificata.  

Le Amministrazioni versanti infatti hanno seguito impostazioni differenti e la documentazione confluita all’Archivio centrale dello Stato risulta così di difficile accesso.

Alcuni esempi:

  1. Il Ministero dell’Interno ha versato solo in relazione ad alcuni uffici (Gabinetto – Segreteria Speciale; Dipartimento della pubblica Sicurezza) e solo la documentazione cartacea. Stessa cosa per la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Segretariato Generale. Nel caso della Pubblica sicurezza, che è il più consistente, per permettere la messa in consultazione dei documenti l’Archivio centrale dello Stato ha iniziato un lavoro per la creazione degli inventari.  
  2. Il Ministero della Difesa ha predisposto il versamento delle carte sia in cartaceo sia in digitale ma essendo stato eseguito da soggetti differenti e diverse amministrazioni sul territorio manca un criterio omogeneo sulla compilazione degli elenchi di versamento.
  3. Il Sistema di Informazioni per la Sicurezza della Repubblica (SISR), dipendente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha versato la documentazione prodotta e detenuta dal Dipartimento delle informazioni per la Sicurezza (DIS) e dalle due agenzie da esso coordinate, l’Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna (AISE) e l’Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna (AISI). I file digitali sono divisi per Agenzie e accompagnati sempre da un elenco in excel collegato direttamente al documento che descrivono. Il cosiddetto metodo Dis che a differenza delle altre amministrazioni ha cercato di rispondere alla richiesta delle Associazioni dei familiari delle vittime delle stragi e della Rete degli archivi per non dimenticare, di allargare la direttiva al contesto storico di riferimento e non restringerla alle sole 9 stragi nominate nella direttiva stessa. In relazione a questo versamento quindi si è affermato di aver rispettato le serie archivistiche e di aver versato tutto quello che c’era in relazione ai fatti e alle circostanze a essi riconducibili. Rimane però aperta la questione dei fascicoli nominali intestati alle persone coinvolte direttamente. La ricerca può essere effettuata solo sul digitale dove in alcuni casi compaiono obliterazioni ed è stato versato anche parte il cartaceo che però non è consultabile.
  4. Il Ministero degli Esteri ha proceduto solo al versamento digitale che appare in prima analisi davvero insufficiente e lacunoso e senza alcun elenco che descriva la documentazione.
  5. Tutti i file digitali prodotti sono pdf formato immagine e questo, oltre a rallentare molto la velocità di consultazione, impedisce la possibilità di fare ricerche all’interno dei documenti.
  6. Sempre in relazione alla produzione dei file digitali a volte troviamo che un singolo file corrisponde a una sola pagina di documento, altre volte vengono prodotti file multi pagina (sempre pdf/immagine) di un intero faldone anche oltre le 700 pagine. In entrambi i casi la consultazione è molto complessa.

Alla luce di queste considerazioni appare evidente che l’Archivio centrale dello Stato dovrà riorganizzare tutta la documentazione ricevuta al fine di creare degli inventari omogenei, digitalizzare la documentazione cartacea secondo criteri standard e che ne consentano la ricerca, predisporre la consultazione anche presso gli Archivi di Stato periferici.

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link