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Due Slotmob anti-azzardo

di Daniele Poto il . Emilia-Romagna, Lazio

In una giornata tutt’altro che qualsiasi, legata a una data indelebile e a forti emozioni, gli Slot Mob hanno toccato quota cento e sul doppio registro di eventi in contemporanea a distanza di oltre trecento chilometri e del decentramento legato all’antidoto del gioco contro l’azzardo. Appena poche ore dopo il maxi-sequestro dei beni diversificati di Gioacchino Campolo, re dell’intrattenimento (e non solo) di Reggio Calabria: proprietà, quadri d’autore, case vacanze. Gli Slot Mob hanno risposto con il minimalismo di proposte semplici, alla portata di una festa popolare. A Roma, battendo il tasto sul Tiburtino, ovvero la Las Vegas italiana, un quartiere in cerca d’identità innervato su una via dissestata, destabilizzata dall’ossessionante presenza dell’azzardo. Epicentro Largo Beltramelli per buona parte della giornata, ridicolizzando ludicamente le mafie, appoggiandosi al Centro Gabriella Ferri, gestito da Zetema. Festa di piazza a larga partecipazione di Circoscrizione e di approfondimento, premiando ancora una volta i bar deslotizzati, in attesa di un premio fiscale reale. Per convincere un campione di 61 milioni di italiani che il gioco è progresso, sviluppo neuronale, comunicazione mentre l’azzardo è disinvestimento, patologia e compulsività. Al IV Municipio Libera, la Croce Rossa, Retake e tante associazioni di cittadini hanno fatto rete e stimolato un focus sull’argomento utilizzando gli esempi virtuosi del bar Baccano e del bar Monaco.

A Bologna, dopo che in Emilia si è proceduto ad analoghe esperienze a Cesena (più volte), Modena, Forlì, Ravenna, ci si è cimentati per la prima volta nell’esperienza in una città a forte impronta universitaria, utilizzando via Belvedere e quattro bar in sinergia dopo che nella Facoltà di Economia si era discusso di teoria e prassi dell’azzardo con la significativa testimonianza di tre giocatori che stanno uscendo dalla trappola della dipendenza e hanno raccontato le proprie significative esperienze. Pillole di legalità applicate da Slotmob, Sism e Libera, sollecitando una giusta legge. Con l’arma-provocazione dello Slotmob che si consolida, una volta di più. L’antimafia (una volta di più lo si è ribaditi) è anche anti-azzardo e non in chiave proibizionista ma di lucida libera scelta del cittadino di fronte alla pericolosa tendenza di un’economia malata e di un paese tutt’altro che normale. In attesa della legge delega che presenta pericolose contraddizioni sul fronte delle risorse per la cura del Gap e la normativa sulla pubblicità. Con lo Stato nell’equivoco ruolo di controllore e controllato, tenuto sotto botto dalla lobby dei concessionari di cui, a volta, sembra essere morbido ostaggio.

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