Brescia, Dia confisca immobili e una azienda a imprenditori cinesi
La Direzione investigativa antimafia di Milano, con il supporto della a neo-istituita Sezione Operativa di Brescia, coordinato e diretto dalla Dda della locale Procura della Repubblica, ha confiscato, ai sensi del Testo Unico delle Leggi Antimafia, beni immobili e disponibilità finanziarie riconducibili a cittadini di origine cinese, indagati più volte per sfruttamento della prostituzione.
Nello specifico, gli accertamenti sono stati effettuati a seguito di indagini di polizia giudiziaria e hanno consentito di appurare l’accumulo di un “tesoretto” sproporzionato rispetto al reddito, pressoché nullo, dichiarato al fisco negli anni precedenti dagli indagati. Il provvedimento, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Brescia a seguito di un precedente sequestro, ha riguardato:W.F. e Z.S., coniugi residenti a Brescia, rispettivamente di anni 39 e 36, proprietari di centri massaggi risultati, in realtà, case di prostituzione, nei cui confronti sono stati confiscati 4 beni immobili, conti correnti e depositi titoli per un valore complessivo stimato di circa 1 milione e duecentomila euro;
Particolarmente significativo il dato relativo all’emanazione dei circa 80 provvedimenti interdittivi antimafia, nei confronti di ditte bresciane attive in altri contesti territoriali (impegnate, tra l’altro, nella realizzazione di opere relative ad Expo 2015 ed alla costruzione della BRE.BE.MI, nonché della T.E.E.M.) e quella per l’effettuazione degli oltre 30 accessi ai cantieri.
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