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Mercato illecito di amfetamine e derivati, alzare il livello d’allerta

di Piero Innocenti il . Lombardia

L’analisi/ – Dal primo gennaio del 2000 al primo marzo del 2015, le forze di polizia e le dogane del nostro paese hanno sequestrato 3.088.625 pasticche/dosi di droghe amfetaminiche, con il picco di 579.349 nel 2000 ed il valore più basso, 5.490 nel decorso 2014. Nell’arco temporale gennaio 2004-marzo 2015, i sequestri hanno riguardato anche circa 520 kg. di tali sostanze in polvere, con la denuncia complessiva di quasi 5.500 persone per la detenzione ai fini di spaccio (fonte, DCSA, Direzione Centrale per i Servizi Antidroga). Nei primi due mesi del 2015 (dati non stabilizzati), sono stati sequestrati poco più di 2,5 kg di amfetamine in polvere ( 3 kg. nella sola Milano e un chilogrammo a Chieti) e 650 in pasticche (ecstasy) di cui 244 a Roma e 195 a Trieste. Modesto anche il bilancio 2015 (provvisorio) nella regione Emilia Romagna dove, in passato, si registrava una buona azione di repressione nello specifico settore. Ad eccezione di Rimini con 60 grammi sequestrati, Parma con 33 g. e Ravenna con 8 g., nelle altre province non si è registrato alcun sequestro di droghe amfetaminiche. In Veneto, poi, ad esclusione di Vicenza dove sono stati intercettati ben 424 g. di amfetamine e Padova con 3 g., per il resto della regione non si è annotato alcun sequestro anche se risulta che si sia un mercato piuttosto vivace.

Quello che colpisce maggiormente è questo calo di attenzione investigativa (operazioni e sequestri diminuiti) che si è venuto delineando in questi ultimi tempi, in un contesto in cui le droghe sintetiche in generale e, in particolare, le amfetamine e derivati, continuano ad avere, in realtà, un buon mercato, grazie anche alla loro (relativa) facilità di produzione e di distribuzione. Certo nessuno avrebbe potuto immaginare che l’amfetamina, sintetizzata la prima volta nel 1887 e messa in commercio nel 1932 come decongestionante nasale per via inalatoria, sarebbe diventata, prima, un potente stimolante per i soldati durante la Seconda Guerra Mondiale ( solo in Inghilterra furono distribuite circa 72 milioni di tavolette) e, poi, una droga da abuso.

Uno dei maggiori problemi riguarda la produzione nei laboratori clandestini che sono, allo stesso tempo, facilmente organizzabili ma anche ad alto rischio per gli addetti ai lavori e per la polizia in sede di intervento, sia per la presenza di sostanze chimiche pericolose che per i rischi di esplosione del laboratorio. Molte delle sostanze chimiche necessarie per la produzione di droghe di sintesi possono essere reperite sul mercato lecito, elaborando chimicamente altri prodotti utilizzati nei comuni cicli industriali. Uno degli ultimi episodi di un laboratorio attrezzato in casa risale ad appena due mesi fa (marzo 2015) ed è stato scoperto a Roma, in un appartamento in cui un laureando in chimica, tra alambicchi e ampolle di vetro, produceva in buona quantità pillole a base di amfetamina e ketamina per esaudire una richiesta sempre più pressante.

Il fatto che i sequestri, il consumo e la produzione di queste droghe di sintesi ( A.T.S. Stimolanti di Tipo Amfetaminico) siano in aumento a livello internazionale ed emergano nuovi mercati di distribuzione, dovrebe indurre ad una maggiore attenzione i settori specializzati delle forze di polizia. Il traffico di droghe sintetiche rappresenta un ambito estremamente remunerativo per la criminalità, sia per i contenuti costi di esercizio che per la possibilità di installare ovunque impianti di produzione mimetizzabili e facilmente rimovibili. In Europa, la DCSA, rileva come il traffico delle sintetiche avvenga con le modalità del politraffico, cioè occultando diversi tipi di droga all’interno della stessa spedizione. E’ la conferma del carattere imprenditoriale dei gruppi di narcotrafficanti implicati nella produzione degli stimolanti di sintesi che partecipano anche al commercio di altre sostanze. Nonostante l’accertata pericolosità per la salute umana, il mercato registra una ulteriore espansione delle droghe sintetiche, dovuta anche al fatto di essere ancora percepite, a torto, dai consumatori come meno invasive e dannose rispetto alle droghe tradizionali. Continua, peraltro, ad essere davvero modesta l’azione informativa e di prevenzione svolta a livello governativo, un po’ perché l’agenda politica è colma di molti altri seri problemi sociali ed economici e un po’, forse, perché, da quando i proventi (stimati) del narcotraffico ( con quelli del contrabbando di sigarette e della prostituzione) vanno ad incrementare la ricchezza del paese, c’è meno interesse su questo ambito e sta scadendo anche l’azione di contrasto

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