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Le ipocrite e tardive dichiarazioni del presidente Juncker su Mare Nostrum e le migrazioni

di Piero Innocenti il . L'analisi

Con un ritardo di molti (troppi) mesi dalla fine della operazione di Mare Nostrum ( primo novembre 2014), dopo diverse centinaia di migranti morti annegati nei recenti naufragi nel canale di Sicilia e le sconcertanti ipotesi di incursioni sulle coste libiche per affondare i barconi degli scafisti, sono arrivate, il 29 aprile, le ipocrite dichiarazioni del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker secondo cui è stato un errore lasciare sola l’Italia ed aver fermato l’operazione Mare Nostrum. Qualcuno potrà dire “meglio tardi che mai” su queste riflessioni ma viene voglia di chiedersi dove sia stato tutto questo tempo Juncker se solo oggi, finalmente, riesce a dire che occorre una nuova strategia europea sull’immigrazione che “includa un meccanismo di quote” e, quindi, di ingressi legali da ripartire tra tutti gli Stati membri. Vedremo cosa accadrà, di concreto, nelle prossime settimane mentre si fa sempre più consistente il flusso migratorio lungo la frontiera marina del Sud. Il dato più drammatico che emerge anche quest’anno, al 5 maggio, è quello relativo ai minori, oltre 2.600 sul totale di 33.881 persone soccorse/ sbarcate. Dunque, a questa data è già stato superato il dato di 29.501 dello stesso periodo del 2014. E tutto lascia prevedere che, a fine anno, verrà superato quello che fu il record assoluto (170.100 nel 2014) degli stranieri soccorsi sulle nostre coste e su quelle libiche. Un altro punto da non sottovalutare è quello del coinvolgimento dei mercantili che navigano nel Mediterraneo in attività di soccorso disposto, nelle varie situazioni emergenziali, dal Comando Generale delle Capitanerie di Porto: nel 2014 prestarono salvataggio a 2.508 migranti e in questo scorcio di anno a oltre 3mila. E’ evidente che questi interventi rappresentano un costo apprezzabile per le compagnie di bandiera che lamentano questi ripetuti dirottamenti che sono aumentati da quando è terminata Mare Nostrum con il buon dispositivo aeronavale. Tuttavia, va detto chiaramente, che gli obblighi di soccorso in mare scaturiscono da strumenti convenzionali che prevedono il dovere di prestare assistenza alle persone in difficoltà (Convenzione Safety of Life at Sea, firmata a Londra nel 1974 e ratificata in Italia con la legge 23 maggio 1988 n°313) e, per il capitano della nave, l’ulteriore dovere di portare “in un luogo sicuro” le persone soccorse. Anche nel 2015 il flusso più consistente continua ad essere quello proveniente dalla Libia (28.879 persone sul totale di 33.881), con la conferma, se ce ne fosse bisogno, di una situazione totalmente fuori controllo in quel paese. L’isola di Lampedusa ha visto il consistente approdo di 5.494 migranti di cui 4.526 uomini, 410 donne e 558 minori. Tutti sono stati sollecitamente smistati in altre regioni dopo una breve permanenza. Quanto alle nazionalità dichiarate al momento degli sbarchi, l’Eritrea è il paese da cui provengono il maggior numero di persone (5.427), seguita dalla Somalia (3.717), dalla Nigeria(2.808), Gambia (2.161), Siria (2.099), Senegal (2.025), Mali (1.611), Sudan (1.038), Costa d’Avorio (900), Pakistan (578) ( altre nazionalità 8.588). Si tratta, come si vede, di paesi in guerra o in rivolta o dove sono violente le persecuzioni e gli attacchi terroristici.

Vedremo cosa accadrà dopo la secca bocciatura della ventilata opzione militare in Libia ( di polizia internazionale) fatta dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban-Ki Moon venuto personalmente nel Canale di Sicilia, a bordo della San Giusto della nostra Marina Militare per rendersi conto della situazione. Prosegue, nel frattempo, l’attività di pattugliamento delle unità navali italiane ( operazione “Mare Sicuro”) a ridosso delle coste libiche dopo gli allarmi delle settimane passate collegati alla presenza dei terroristi dell’ISIS in Libia. C’è da chiedersi, infine, se anziché aumentare (triplicare) i fondi europei per Tritone, come è stato disposto alcuni giorni fa in sede UE, non era meglio mantenere, a spese della stessa UE, il collaudato dispositivo di Mare Nostrum che tante vite aveva già salvato dall’ottobre 2013 al novembre 2014.

Agg.to il 5 maggio 2015 ore 16.30

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