NEWS

Narcotraffico in Bolivia

di Piero Innocenti il . L'analisi

La Bolivia, insieme ad altri paesi, è da tempo inserita dagli americani nella “lista nera”, stilata annualmente, per la scarsa collaborazione nella lotta al narcotraffico. Con l’attuale presidente Morales ( rieletto per il terzo mandato il 12 ottobre 2014) poi, per giunta ex “cocalero”, le frizioni con le autorità americane sono aumentate notevolmente, fino a raggiungere, alcuni anni fa, la rottura delle relazioni diplomatiche, poi riprese. Morales, nel rispetto di una tradizione millenaria di masticazione delle foglie di coca ( per combattere la fame, la fatica, gli effetti dell’altitudine e, forse, per questi motivi la coca è considerata sacra), ha lottato contro le leggi che, su sollecitazione americana, limitavano la coltivazione della coca nel paese, imponendo di sradicare quella eccedente. Dopo un periodo iniziale di mandato presidenziale con qualche segnale positivo sul piano economico, nel 2012, sono tornate a galla antiche questioni sociali tra cui, la disoccupazione e la povertà, ancora molto alte, la contrapposizione interna sul piano sociale ed etnico, una politica estera in perenne precario equilibrio tra l’alleanza politica ed ideologica con Venezuela e Cuba e la necessità di sostegno americano ed europeo. A ciò si deve aggiungere la corruzione negli apparati pubblici e una criminalità del narcotraffico sempre più invadente. A testimoniare quest’ultimo punto viene ricordato, tra gli altri, il grave episodio, avvenuto poco più di dieci anni fa, di un aereo con 4 tonnellate di cocaina, decollato da La Paz e diretto in Messico, intercettato a Lima, fatto da cui emersero complicità tra narcos boliviani, membri della compagine governativa, funzionari delle dogane e poliziotti dell’antidroga. Più recentemente (luglio 2012), la notizia di un incontro di un ministro boliviano e di un alto funzionario con un capo del narcotraffico brasiliano, ha reso il clima politico più effervescente del consueto. Le piantagioni di coca, secondo il rapporto UNODC 2014, hanno una estensione di oltre 30mila ettari ( nel 1987 erano 60mila) di cui 19 mila eccedono i 12mila consentiti dalla legge. Le aree di coltivazione e lavorazione delle foglie di coca sono concentrate per lo più nello Yungas, Cochabamba e Apolo, dove i laboratori sono abbastanza “rustici” e attrezzati con pozze di macerazione delle foglie. A Santa Cruz de la Sierra, dove è costante la presenza di narcos colombiani, messicani ed europei, i laboratori sono più moderni ( macchinari per tritare e pressare le foglie) e meglio attrezzati per essere rapidamente spostati nella eventualità di controlli di polizia. I tempi di raffinazione della cocaina si riducono di molto e si ottiene un alcaloide di buona purezza. La regione del Chapare è quella dove sono stati localizzati il maggior numero di laboratori clandestini, anche se sono aumentati quelli attivati in abitazioni private ( nella città di El Alto sono stati rinvenuti, interrati in ampi cortili, grandi quantitativi di scarti provenienti dai processi di lavorazione e raffinazione della cocaina). Il picco di sequestri di cocaina si è avuto nel 2006 con oltre 125 ton. di marjiuana e nel 2008 con oltre 12 ton. di cocaina. Nel 2013 i sequestri di cocaina sono scesi a circa 10 ton. mentre nel 2014, secondo dati non ancora ufficiali, sarebbero poco più di 8 ton. Scomparse le grandi organizzazioni, i narcos boliviani hanno costituito una buona rete di piccoli gruppi che controllano le spedizioni in modo più “parcellizzato”, commerciando ridotti carichi di droga e avvalendosi di una folta schiera di corrieri, grazie ai bassi costi e ai minori rischi di perdere quantità apprezzabili di stupefacenti. Gli itinerari di esportazione terrestre della droga interessano i valichi di frontiera di Puerto Suarez e Guayamerun (con il Brasile), di Yacumba (con l’Argentina) e Tamilo Quemado ( con il Cile).

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link