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L’analisi/ Gli evasori e le banche

di Pina Cusano il . Emilia-Romagna

Da più parti ho sentito definire Falciani ladro, traditore del proprio datore di lavoro e profittatore, in quanto avrebbe venduto (ai governi?) le famose liste di clienti della HSBC (Filiale svizzera), per arricchirsi e fare “la bella vita”. Ultima e martellante (quanto molesta) accusatrice, la Santanché, che partecipava, alla trasmissione di Santoro, giovedì 19 febbraio, assieme allo stesso Hervé Falciani e al giornalista Angelo Mincuzzi, esperto di economia e finanza ( i due, per chi volesse saperne di più sulla vicenda, hanno pubblicato di recente, per Chiarelettere, “La cassaforte degli evasori”).   L’accusa  si rivela ridicola se solo si riflette un attimo sul fatto che, un funzionario di banca con le capacità di Falciani  e la sua conoscenza del “sistema”, può ben “fare soldi” quanto e come vuole, invece ha scelto di “mettersi nei guai”,  perdere il posto, essere denunciato e ricercato, rifugiarsi all’estero, confidare nei servizi segreti (che è tutto dire) e muoversi sottoscorta. Quale sarebbe la slealtà, il latrocinio? Portare fuori da una banca e rendere nota una lista segreta di  persone che (fatte salve le eccezioni lecite che, perciò, non hanno niente da temere) occultavano i loro patrimoni all’erario per non pagare le tasse dovute (cioè “rubavano” alla comunità di appartenenza la propria quota per il mantenimento delle istituzioni e dei servizi di ogni genere e livello, di cui pure usufruivano, come parassiti). E questo nei casi di sola evasione, perché, spesso si tratta di occultamento di denaro guadagnato illecitamente (droga, traffico d’armi, di diamanti, di persone ecc.), per riciclarlo al momento opportuno, aspettando uno dei frequenti condoni o scudi fiscali. Quindi i soggetti portati allo scoperto non meritavano riguardi. Quanto alla Banca che sarebbe stata tradita, non solo è ben nota per la spregiudicatezza con cui si muove a livello globale per offrire i suoi servigi “riservati” ai ricchi e ricchissimi del pianeta, ma, negli USA  è stata presa con le mani nel sacco e ha patteggiato, nel 2013, pagando la somma di 1,9 miliardi di dollari per il riciclaggio di ingenti capitali dei cartelli messicani della droga, famosi per la loro ferocia (e in più per 16 miliardi di dollari di transazioni vietate  con l’Iran). Non solo di evasori si tratta dunque: quei soldi imboscati non riguardano solo i giovani senza lavoro, le famiglie impoverite, i malati e gli anziani senza assistenza e i bambini malnutriti ( in Grecia o in Italia o altrove) che si potevano aiutare con i loro contributi, ma anche il sangue che si sparge nei conflitti in atto, le tragedie dei migranti e dei profughi, gli efferati omicidi e le violenze della criminalità organizzata e del terrorismo. Per non parlare dell’inquinamento del pianeta e delle istituzioni democratiche, laddove ancora  ne resiste almeno la parvenza. E cosa fa l’Europa, che è tanto vigile sulle legislazioni e sui governi degli Stati membri? Come mai basta costituire una società all’estero per gestire il proprio patrimonio e ci si può sottrarre agli obblighi in testa alle persone fisiche di pagare le tasse nei paesi di residenza?  Domande ingenue e/o inutili, perché sappiamo bene chi condiziona e indirizza la politica nei nostri Stati e nella UE. Anzi nel mondo della globalizzazione.

L’HSBC  non è certo l’unica banca complice di criminali e di evasori,  e allora,  essere leali con un tale datore di lavoro può significare solo che si è complici (oppure stupidi, ma in tal caso non credo che quella banca ti assumerebbe). Perciò le accuse a Falciani sono ridicole. Infatti fanno parte di quel bagaglio di false argomentazioni (tipo quelle usate contro i processi di Mani Pulite) che vengono usate per deviare l’attenzione dal problema vero al dettaglio ininfluente, ma scovato e messo in luce per mettere in ombra la verità. Quest’ultima ormai è talmente evidente e risaputa (cioè che siamo un Paese in cui corruzione ed evasione fiscale sono a livelli da record, sono i nostri veri primati), che non è più realistico sperare di venirne a capo. Considerando poi la lentezza, la opacità e la “timidezza”, per usare un eufemismo,  con cui si stanno approntando le nuove norme fiscali e penali, non c’è neanche la speranza di veder attuata, quanto meno,  una inversione di tendenza (vera e non solo declamata).  E che dire dei numerosi clienti di quella banca (tra i centomila nomi, 7000 sono italiani)e di tante altre nei paradisi fiscali? Come si sentono al pensiero di partecipare a questa mondiale sottrazione di ricchezza, questa truffa onanista per la quale il denaro non circola per produrre benessere per tutti, ma per  gonfiare le cifre di depositi virtuali o portafogli di titoli di carta? Ci pensano, qualche volta, al fatto che sono cellule di questa metastasi finanziaria, assurda e disumana? O, magari, si sentono i più furbi?

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