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Tratta delle persone e schiavitù: i numeri ufficiali del fenomeno

di Piero Innocenti il . Lombardia

Quasi due anni fa, tra le dimenticanze dei Governi italiani che si sono alternati negli ultimi anni, avevamo segnalato i ritardi nelle ratifica della direttiva 2011/36/UE sulla prevenzione e la repressione della tratta di esseri umani, tema sul quale, almeno a parole, pareva esserci particolare attenzione. La normativa doveva essere ratificata entro il 6 aprile 2013. Proprio in quei giorni la Commissione Europea aveva diffuso il “primo rapporto sul traffico di esseri umani”, illustrando una situazione drammatica solo a considerare i semplici dati delle persone vendute e sfruttate. Fenomeno che, ancora oggi, continua, con il suo carico di sofferenza umana, in Europa e in molti altri paesi del mondo, tanto che, in più occasioni, per ultimo il primo gennaio c.a., in occasione dell’Angelus, lo stesso papa Francesco è tornato sull’argomento della schiavitù e della tratta di persone, indicandola come delitto contro l’umanità. A novembre 2013, dopo le ulteriori sollecitazioni dell’UE e prima di avviare la procedura di infrazione nei confronti del nostro paese, veniva predisposto, in attuazione della legge delega 6 agosto 2013 n.96, uno schema di decreto legislativo che è stato approvato sette mesi dopo (Decreto leg.vo 4 marzo 2014 n° 24). In adesione alle indicazioni della direttiva ( inasprimento delle pene per il delitto di tratta, sanzioni pecuniarie, o di altra specie, nei confronti delle persone giuridiche eventualmente coinvolte nella tratta, una speciale assistenza alle vittime, l’istituzione di un “relatore nazionale”), il provvedimento ha novellato gli articoli 600 (Riduzione o mantenimento in schiavitù o servitù) e 601 (Tratta di persone) del Codice Penale. Relativamente alla riscrittura del primo articolo, fra le attività cui può essere costretta la vittima della tratta, è stato aggiunto “il prelievo di organi e qualunque prestazione illecita” ( si pensi all’impiego delle persone ridotte in schiavitù per compiere borseggi, furti negli esercizi commerciali, traffico di droghe). All’art.601, invece,  vengono ulteriormente specificate le condotte attraverso le quali si realizza la tratta (reclutamento, trasporto, trasferimento, accoglienza, cessione di autorità sulla vittima) e una maggiore tutela viene riservata ai minori vittime di tratta anche se il delitto non viene compiuto con frode, inganno, minaccia ecc.. Vedremo soltanto nei prossimi mesi quali saranno i dati statistici reali rilevati nel 2014, in tema di persone denunciate/arrestate per i due delitti in questione ( si parla, comunque, di un decremento sensibile). Certo è che i dati del quinquennio 2009-2013 (fonte Dipartimento della Pubblica Sicurezza, 2014) mostrano un trend altalenante nelle denunce; per la riduzione o mantenimento in schiavitù, si è passati dalle 262 del 2009, alle 356 del 2010, alle 364 del 2012 e 252 del 2013. Relativamente alle nazionalità delle persone denunciate, in testa troviamo i romeni seguiti, a distanza, da italiani, nigeriani e albanesi. Per la tratta si passa dalle 90 persone del 2009, alle 151 del 2010 e 2012 ( con sole 32 condanne in primo grado), alle 93 del 2013. Nigeriani e romeni si contendono il primato nella tratta.

Con il decreto in questione è stata colmata, tra l’altro, una lacuna del nostro ordinamento, prevedendo un misero indennizzo alle vittime della tratta quantificato nella misura forfettaria di 1.500 euro a persona. Modifiche anche all’importante art. 18 del testo unico sull’immigrazione, con l’inserimento del comma 3 bis, che prevede, sia per i cittadini extracomunitari che per quelli di Stati membri dell’UE che si trovano in una situazione di gravità ed attualità del pericolo, l’applicazione di un programma unico di emersione, assistenza e integrazione sociale (attualmente tali procedimenti  sono gestiti da enti locali e associazioni che, spesso, si sovrappongono, con evidente spreco di risorse e con il pericolo, reale, di determinare situazioni di scarsa trasparenza).

Il programma della Presidenza italiana 2014 dell’UE – si concluderà, come noto, con il discorso del presidente Renzi il 13 gennaio p.v.-  prevedeva il sostegno allo sviluppo di un’azione coerente per combattere la tratta di esseri umani. Non si è visto granché sul punto, mentre si continuano a scrivere “piani aria–fritta”, ad annunciare “un piano strategico che sarà presentato a breve”(Dimitris Avramopoulos, commissario UE alle migrazioni, 3 gennaio), a lanciare i soliti proclami di lotta “senza quartiere” ai trafficanti ( Alfano, ministro dell’interno, 3 gennaio), a comunicare strategie ( (“strategia dell’UE per l’eradicazione della tratta di esseri umani 2012-2016) che restano, quasi sempre, lettera morta. Eradicare questo ignobile fenomeno criminale, che va avanti da molti anni, resterà pura utopia fintantoché non muteranno le condizioni tragiche che in molti paesi dell’Africa, del Medio Oriente, del Centro America spingono le persone a fuggire per cercare di sopravvivere.

 

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