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Serve più prevenzione di Polizia (anche in Emilia – Romagna)

di Piero Innocenti il . Emilia-Romagna

Il Sole 24 Ore, alcuni giorni fa, ha riportato i dati statistici, stabilizzati, del 2013 sulla delittuosità in Italia, che hanno registrato un aumento del 2,6% rispetto all’anno prima. Condivisibili le considerazioni fatte nell’editoriale di Carlo Carboni e l’analisi dell’esperto Maurizio Fiasco, che ha sottolineato, tra l’altro, l’esigenza di un chiaro “indirizzo strategico” per contrastare una “delinquenza cronicizzata dei recidivi”, senza nascondersi dietro l’alibi della “grande crisi” che stiamo attraversando ( da anni ormai). Alla fine del 2014, quasi certamente, saranno almeno tre milioni i delitti denunciati dalle forze di polizia alla magistratura (sul numero, non trascurabile, di quelli ignoti si potranno azzardare solo ipotesi). Il dato definitivo, tuttavia, lo si avrà soltanto nell’autunno del 2015. Quello che dovrebbe migliorare, con una presenza più visibile e coordinata  delle varie forze di polizia ( è esclusa una loro unificazione) nei vari ambiti provinciali ( in un quadro di servizi coordinato a livello regionale), è la prevenzione dei delitti. La repressione, per quanto siano apprezzabili gli impegni delle forze dell’ordine, non ha consentito di individuare, se non in misura piuttosto ridotta, gli autori dei delitti. I dati nazionali sul punto sono eloquenti: nel 2011, sul totale di 2.763.012 delitti, quelli “scoperti” sono stati 599.259, con la denuncia di 900.870 persone; nel 2012, su 2.818.834 delitti, quelli di autori noti sono stati 627.658 con la denuncia di 934.690 persone; nel 2013, su 2892.155 i “noti” sono stati 638.958 con 978.7494 persone individuate. Sul totale annuale dei delitti incidono in modo notevole ( oltre il 50%) i furti e, tra questi, quelli in abitazione rappresentano la porzione maggiore, come si rileva dai dati nazionali: su 1.460.205 furti del 2011 quelli nelle case sono stati 204.891, per passare, nel 2012, a 237.355 sul totale di 1.520.623 furti e a 251.422 nel 2013 sul totale di 1.554.777. Tendenza che non è mutata nel corrente anno dove, alla data del 30 settembre (sono gli ultimi dati, non stabilizzati, disponibili) sono stati circa 170mila i furti nelle abitazioni sul totale di 1.133.886. Si può ben comprendere, dunque, il timore della gente di vedere “intrusi” in casa anche quando si trovano al suo interno ( episodi piuttosto frequenti) o, al rientro, di trovarla messa a soqquadro. Fino ad una decina di anni fa, invece, i furti nelle case rappresentavano una parte ridotta dei furti.

Lungo l’”asse emiliano” la situazione sulla delittuosità non è migliore rispetto ad altre zone. A Modena, comunque, se i furti in generale sono diminuiti passando dai 23.152 del 2011 ai 21.359 del 2013, quelli in abitazione sono aumentati dai 3.271 ai 3.705 del 2013 e quest’anno, al 30 settembre, erano già 2.391 ( dato non consolidato). Tendenzialmente in crescita anche i “borseggi”nel 2014, 1.328 contro i 1.184 dello stesso periodo (primi nove mesi) del 2013. Sul totale di 37.069 delitti denunciati nel 2013 sono stati 7.208 quelli scoperti, con la denuncia di 9.666 persone di cui ben 4.050 stranieri e 416 minori degli anni 18.

A Parma i delitti sono aumentati dai 22.835 del 2011 ai 23.698 del 2013 mentre nel 2014, primi  nove mesi, sono stati 15.915 (dato non stabilizzato) contro i 17.345 ( dato stabilizzato) dello stesso periodo del 2013. I furti in generale del 2014 (8.633) anche in questa città, sono la fetta maggiore sul totale dei delitti e quelli in abitazione sono in aumento (1.716), rispetto allo stesso periodo del 2013 (1.368). Anche nei borseggi si registra una buona attività dei “manolesta”: 1.039 borseggi nel 2011, 1.261 nel 2013 e 1.716 nei primi nove mesi del 2014. Preoccupano i casi di estorsione emersi (41 nel 2014) e di usura ( 4 delitti nel 2011 e 34 nel 2013). In diminuzione le rapine in abitazione e nella pubblica via.

Nel piacentino, tendenziale aumento dei delitti denunciati negli ultimi tre anni, con i furti in particolare passati dai 6.464 del 2011 agli 8.165 del 2013, mentre nei primi nove mesi si annotano 5.538 casi ( dato non consolidato) contro i 5.880 dello stesso periodo del 2013. In netto calo le rapine in banca, sempre numeri alti con i borseggi ( dai 566 del 2011 agli 848 del 2013, ai 572 del 2014) e i furti in abitazioni (1.175 al 30 settembre 2014) con tendenziale aumento in questi ultimi mesi. 2.168 i delitti scoperti sul totale degli 8.959 accertati nei primi nove mesi del 2014, con 3.177 persone denunciate di cui 1.288 stranieri e 128 minori di età. Diminuito il contrasto allo spaccio di droghe e allo sfruttamento della prostituzione ( un solo caso nel 2014 contro i 17 dello stesso periodo del 2013).

Delitti in aumento nel triennio 2011/2013 anche a Reggio Emilia ( da 22.689 ai 25.273) con una sostanziale tenuta nel 2014 dove, al 30 settembre, si rilevavano 18.252 delitti denunciati ( dato non consolidato) di cui, per 3.320, sono stati individuati gli autori con la denuncia di 4.492 persone (1.694 stranieri). Aumentati i furti di autovetture nel 2014 (295), i borseggi (764), le intrusioni nelle case (2.017 nei primi nove mesi del 2014 contro i 1.620 dello stesso periodo del 2013), boom delle truffe e frodi informatiche passate dai 688 del 2011 a 1.125 del 2013. 41 i delitti di estorsione denunciati nel corrente anno (erano stati 39 nell’intero 2013 e 22 nel 2011).

Certo più polizia di prevenzione comporterebbe meno delitti e più tranquillità per i cittadini, che già vivono le ansie di una situazione sociale piuttosto precaria. Ciascuna forza di polizia, d’altronde, fa il possibile, con le (poche) risorse umane e materiali di cui dispone, mentre servirebbero nuove idee, un forte coordinamento dell’autorità di p.s. ( in ambito regionale non solo provinciale) e un quadro strategico sulla sicurezza, a livello nazionale e territoriale, che mancano. E non si intravede, per ora, granché sul punto.

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