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Caso Manca, Ingroia indagato per calunnia. La Commissione antimafia convoca i magistrati di Viterbo

di no.fe. il . Lazio

La Commissione nazionale antimafia ha convocato a Palazzo San Macuto il procuratore di Viterbo, Alberto Pazienti e il Pubblico ministero Renzo Petroselli, per un’audizione sull’indagine relativa alla morte di Attilio Manca, l’urologo di Barcellona Pozzo di Gozzo, trovato cadavere nel suo appartamento a Viterbo. L’indagine, archiviata come overdose  causata da assunzione di farmaci e droghe è stata riaperta e al momento vede sul banco degli imputati  Monica Mileti a giudizio con l’accusa di aver ceduto la dose letale al giovane medico.  Al processo i genitori di Attilio Manca non sono stati ammessi come parte civile.

LA STORIA DI ATTILIO MANCA

CASO MANCA, INGROIA: CHIEDEREMO INDAGINI A PROCURE DI ROMA E PALERMO

Un suicidio di mafia. La famiglia Manca è assistita dai legali Fabio Repici e Antonio Ingroia che in questi anni hanno fornito evidenze e indicazioni circa una possibile pista mafiosa dietro il suicidio-omicidio del giovane medico siciliano. Una pista che porterebbe dritta alla latitanza di Bernardo Provenzano che – secondo i familiari e gli avvocati – sarebbe stato operato dal giovane medico siciliano in latitanza in Francia. La “messinscena” del suicidio, dunque, sarebbe una copertura per un delitto che la mafia avrebbe commesso per togliere di mezzo un testimone scomodo della latitanza “dorata” del boss corleonese. Incongruenze, rallentamenti e buchi nelle indagini – secondo l’ex pm Ingroia – sarebbero inoltre all’origine del mancato accertamento della verità su questo caso.

L’indagine per calunnia contro Ingroia. E’ notizia degli ultimi giorni, comunicata in conferenza stampa a Palermo dallo stesso Ingroia, l’avvio di una indagine per calunnia nei confronti dell’ex pm palermitano da parte della procura di  Viterbo. Ingroia sentito ieri dal pm Petroselli, uscendo ha commentato:  “Ho parlato solo io. Non ho ancora capito perché sono stato convocato visto che non mi è stata posta alcuna domanda”. Così Antonio Ingroia al termine dell’interrogatorio, durato meno di un’ora, sostenuto a Viterbo davanti al pm Renzo Petroselli nell’ambito del fascicolo per calunnia aperto nei suoi confronti per alcune dichiarazioni rese, durante il dibattimento, nelle vesti di avvocato della famiglia di Attilio Manca e riguardanti l’informativa redatta dall’ex capo della squadra mobile di Viterbo Salvatore Gava. “Ho posto io qualche domanda al dottor Petroselli – ha detto Ingroia – ma non ho ottenuto alcuna risposta. In particolare gli ho chiesto come sia potuto passare per la testa di un magistrato dello Stato di incriminare un avvocato per calunnia per aver sostenuto in aula le ragioni della parte civile in un’udienza preliminare dove, fino a prova contraria, si dovrebbe cercare la verità in tutti i modi”. Ingroia ha anche spiegato di aver consegnato al pm “documenti che attestano che in quella informativa di polizia c’è una falsità doppia, la prima relativa alle presenze del dottor Manca in ospedale negli ultimi giorni di ottobre, la seconda riguardante proprio i giorni che Provenzano trascorse a Marsiglia. A Petroselli – ha quindi aggiunto – ho chiesto come mai non è stato indagato per falso colui che aveva redatto quella informativa”.

 

L’Ufficio di presidenza della Commissione Antimafia ha convocato i due magistrati che si sono detti disponibili ad essere ascoltati il 17 dicembre.

 

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