Trapani, usano donazione per celare estorsione
Le indagini condotte a suo tempo all’interno di quella che fu denominata operazione Eden, hanno avuto in queste ore ulteriori sviluppi. Dopo l’arresto del 13 dicembre dell’anno scorso di 30 persone, tra le quali Patrizia Messina Denaro, classe 1970, sorella del famigerato boss Matteo un nuovo provvedimento colpisce la donna parente del latitante. Un sequestro di beni che scaturisce dalle indagini condotte dalla Dia di Trapani e coordinate dalla Dda di Palermo, dal procuratore aggiunto Dino Petralia. Gli investigatori hanno appurato che una donazione per 70 mila euro giunta a Patrizia Messina Denaro da parte di Girolama La Cascia, non era altro che una operazione per coprire una estorsione compiuta dalla Messina Denaro nei confronti della La Cascia, peraltro sua parente.
La Dda di Palermo ha chiesto al Tribunale delle Misure di Prevenzione di Trapani un sequestro di beni preventivo equivalente al valore della donazione. A Patrizia Messina Denaro sono stati, dunque, sequestrati terreni di questo valore, posseduti nella contrada Zangara di Castelvetrano. Patrizia Messina denaro è oggi tra gli imputati del processo in corso di svolgimento dinanzi al Tribunale di Marsala. Secondo l’inchiesta della Dia quei soldi, 70 mila euro, furono fatti avere dalla donna poi al fratello, Matteo Messina denarlo, per aiutarlo nella latitanza che dura dal 1993.
Patrizia Messina Denaro è moglie di Vincenzo Panicola anche lui in cella da diverso tempo accusato di mafia ed estorsioni. Nelle intercettazioni gli investigatori avevano sentito discutere le vittime di quella estorsione, due zie dei Messina Denaro che commentavano il potere che il congiunto attraverso la sorella avrebbe continuato a mantenere: “… vedi che lui comanda tutto Palermo, tutta la Sicilia di Trapani, tutta la provincia”. E sulla necessità di “finanziare” la sua latitanza: “chiddru avi a camminnare! chiddru vola!! E … senza soldi un po vulare!!”.
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