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Claudio Fava: “E’ l’Italia il Paese con più cronisti minacciati in Europa”

a cura di "Ossigeno" il . Lazio

OSSIGENO – L’Italia è il Paese che ha il più alto numero di giornalisti minacciati dell’Unione europea. Lo ha detto il vicepresidente della Commissione Antimafia, Claudio Fava, giovedì 19 novembre nel corso dell’audizione, di Alessandro Barbano, direttore del quotidiano Il Mattino e di Antonio Polito, direttore del quotidiano Corriere del Mezzogiorno, presso il comitato di lavoro della Commissione Parlamentare che sta approfeondendo la questione.

Fava ha spiegato che il gruppo di lavoro che in Antimafia si occupa di “Mafia, giornalisti e mondo dell’informazione” sta facendo un censimento dei giornalisti minacciati, “e sta tentando di capire quanto questo clima abbia pervaso la qualità dell’informazione e quanta parte dell’informazione si sia adagiata su una forma di non conflittualità con la criminalità organizzata se non di consociativismo”. “Abbiamo raccolto testimonianze preoccupanti in tal senso”, ha detto.

In Campania, l’Antimafia, ha concluso Fava, ha raccolto notizie di una stampa “fiancheggiatrice” alla luce di procedimenti giudiziari, o fiancheggiatrice nel mondo in cui in passato e non solo è stata “cassa di risonanza, una sorta di gazzetta a disposizione di chi aveva bisogno di far sentire la voce dalla camorra”.

BARBANO – “Il livello di attenzione nei confronti del potere criminale è sceso perchè è scaduta la qualità del nostro modo di operare a tutti i livelli: il giornalismo passivo è il figlio del giornalismo giudiziario, che è la declinazione del giornalismo degli ultimi tempi”, ha detto Alessandro Barbano, direttore del quotidiano Il Mattino, durante l’audizione.

“Il giornalismo di inchiesta è orami roba degli anni ’70. Anche il giornalismo più coraggioso oggi è fatto con la cronaca giudiziaria. Saviano e tutti i giornalisti che si sono esposti, hanno raccontato atti istruttori di cui erano entrati in possesso grazie alla loro bravura. Un giornalismo prevalentemente giudiziario è un limite, ed  è ciò verso cui siamo andati. E’ certamente utile ma non basta. L’inchiesta gironalistica può fare vedere cose che sono oltre le intercettazioni e ciò che è scritto negli atti giudiziari. Purtroppo il giornalismo d’inchiesta ormai non lo fa quasi nessuno perché, oltretutto, è molto oneroso”.

POLITO – “Complessivamente il livello di attenzione dei giornalisti confronti del potere criminale è diminuito. Anche perché nel Mezzogiorno si è diffusa l’idea che l’economia criminale, per quanto sia criminale, è pur sempre economia, produce Pil e ricchezza”, ha affermato Antonio Polito, direttore del quotidiano Corriere del Mezzogiorno, nel corso dell’audizione. “Penso – ha aggiunto – che ci siano fenomeni di autocensura dei giornalisti su queste materie; ci sono su altre, figurarsi se non ci sono nei rapporti col potere criminale che può fare più male del potere politico”.

 

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