25 novembre 2014
Strage del Rapido 904. Riina chiede la deposizione di Minniti e Massolo. Quando nel lontano 1984 il treno Rapido Napoli-Milano esplose, appena sorpassata una galleria vicino l’Appennino, nessuno si sarebbe mai aspettato che 30 anni dopo il boss di Cosa nostra Totò Riina chiamasse a testimoniare in sua difesa due uomini dello Stato: il sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega ai servizi segreti Marco Minniti e Giampiero Massolo capo del dipartimento per l’informazione e la sicurezza. Non solo. Riina ha citato come testimone a sua discolpa Pippo Calò, il cassiere di Cosa nostra, già in carcere. Le implicazioni delle più importanti figure istituzionali dovranno rispondere alla richiesta di aprire i fascicoli da parte dell’avvocato del boss, ancora segreti, riguardanti l’attentato al Rapido.
Assolto dall’accusa di mafia Lorenzo Altadonna. Rimane però la confisca dei beni. Lorenzo “u’pacchiuni” Altadonna è stato assolto dall’accusa per associazione mafiosa. Arrestato nel gennaio del 2007 per concorso esterno, fu condannato a 12 anni di reclusione in primo grado per poi essere assolto in appello. La quasi totalità dei suoi beni però viene confiscata dallo Stato tra i quali ci sono: 34 fra terreni, appartamenti, conti correnti, società, macchine e magazzini.
Da capo ‘ndrangheta a volontario della croce rossa. L’incredibile storia di Giuseppe Puglisi: 53 anni, Giuseppe Puglisi detto “melangiana”, che durante la settimana svolgeva un impiego in una ditta legata alle ferrovie svizzere e, il sabato la domenica, si dedicava come volontario presso la Croce Rossa di Cermenate, in provincia di Como. Puglisi è stato arrestato in una maxi operazione, che ha coinvolto in totale 40 persone tra le zone di Como e di Lecco.
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