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In Umbria approvata legge regionale contro gioco d’azzardo: sgravi fiscali per locali “no slot”

di no.fe. il . Umbria

Libera Umbria: “Passo avanti frutto di sinergia fra Regione e cittadini”// – Ogni 24 ore gli umbri immettono nelle macchinette del gioco d’azzardo circa due milioni di euro.  Adesso, una legge regionale  prova a mettere un freno a questo fenomeno, tutelando la salute dei cittadini e disincentivando l’azzardo, attraverso sgravi fiscali per gli esercenti che non ospiteranno le slot machine. La legge è stata approvata il 14 novembre scorso ed è anche il frutto di un confronto fra la Regione Umbria e la rete dell’associazionismo impegnato su questo tema. «Questo testo – spiega Walter Cardinali, coordinatore regionale di Libera – è un importante iniziale passo avanti perché stabilisce per la prima volta un principio: esiste un problema, quello del gioco d’azzardo patologico». Un principio che è difficile affermare anche a livello nazionale, dove da alcuni anni è attivo il coordinamento di associazioni “Mettiamoci in gioco” che alcuni giorni fa ha dato vita alla prima campagna nazionale di comunicazione contro l’azzardo.  

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«Inizialmente – ricorda Cardinali – la bozza di legge curata dalla Regione mirava a regolamentare l’accesso al gioco, seguendo  la legge nazionale su questo tema. Noi abbiamo chiesto che l’accesso al gioco d’azzardo venisse ostacolato. Si tratta di un cambio di passo notevole, nell’interesse della salute dei cittadini». Secondo i numeri forniti dalla Guardia di Finanza e dalla sezione perugina dei Monopoli di Stato tra gennaio e giugno del 2013, sono stati “spesi” dai cittadini della regione 366 milioni di euro, nelle 5.406 tra slot machine e video lottery legali dislocate nei 1.486 esercizi della regione. Un fenomeno che non è affatto marginale, come  spesso si crede e cui il testo di legge approvato prova a mettere un freno. La legge contiene alcuni punti fondamentali per  incidere concretamente in questa direzione – spiega Cardinali – fra gli altri: “Si potrà accedere all’uso delle  macchinette solo previo inserimento della tessera sanitaria, come per le sigarette (un principio a tutela dei minorenni, ndr), le macchinette non potranno essere a meno di 500 metri dai luoghi ritenuti “sensibili” o a “rischio”, come le scuole o gli ospedali e –  inoltre i locali  – dovranno delimitare con un muro o una netta separazione la zona dedicata alle macchinette dell’azzardo, rispetto al resto degli ambienti». Infine, un principio, che ha fatto un po’ discutere in Consiglio Regionale dove il testo è stato approvato con 20 voti a favore, 1 no (Valentino-FI) e 4 astensioni (Nevi, Rosi-FI e Mantovani, Monni-Up/Ncd): un sistema di premiazione e tassazione dello 0,92% sull’Irpef per i commercianti.  In cosa consiste? «Per gli esercenti che decideranno di togliere o di non avere questo tipo di macchinette nei propri locali ci sarà uno sgravio fiscale dello 0.92% sull’Irpef e viceversa un aumento per coloro che decideranno di metterle. Si tratta di una cifra simbolica che ha però la forza di far passare il messaggio più importante a nostro avviso – conclude Cardinali: il gioco d’azzardo va disincentivato perché dannoso per la salute». Un principio ancora difficile da far passare a livello nazionale e che  – anche grazie al  confronto con la società responsabile umbra – la Regione ha accolto. Scegliendo, come fatto sul versante antimafia, di mettere in campo una politica della prevenzione in luogo di una politica dell’emergenza. 

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