Roma, intimidazione al cronista Lirio Abbate
Repubblica – Martedì sera, dopo le 22, Lirio Abbate, giornalista de “L’Espresso” lascia l’edificio che ospita la redazione, in Largo Fochetti, nel quartiere Eur, accompagnato dalla scorta. Tre uomini su una berlina. Qualcuno si mette a seguirli, accorciando progressivamente la distanza, fin quasi a tallonarli. Una Renault Clio, che suscita prima la curiosità e poi l’allarme della scorta. All’altezza del Lungotevere dei Tebaldi, dove il fiume incrocia ponte Mazzini, la scorta decide una manovra di ingaggio. L’auto su cui viaggia Abbate, fa una brusca frenata. La Clio la sperona. Gli agenti della scorta fanno per scendere, ma la Renault, dopo una rapida marcia indietro, scarta a tutta velocità sulla destra lanciandosi impazzita verso il semaforo che incrocia corso Vittorio Emanuele, dove viene però chiusa dal traffico. Uno degli agenti della scorta di Abbate, arma in pugno, gridando “Polizia!”, salta sul cofano di un’auto incolonnata al semaforo e si avventa sul lato di guida della Clio. L’autista, viene scaraventato sull’asfalto, mentre l’uomo che gli è accanto riesce a fuggire. Nel farlo, perde i documenti.
Chi sono dunque quei due? Perché seguivano Abbate e la sua scorta? Carlo Bonini su Repubblica racconta di questa ennesima intimidazione ai danni del giornalista Lirio Abbate. Sui social network, in queste ore, tanti i messaggi di solidarietà in sostegno del cronista palermitano, da alcuni anni in forza al gruppo L’Espresso, a Roma.
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