“Salviamo Asia Bibi dal patibolo”. Amnesty lancia l’appello
È un momento triste per il movimento abolizionista mondiale. L’impiccagione, all’alba del 25 ottobre, di Reyhaneh Jabbari ha dimostrato quanto, in Iran come altrove, i paesi che ancora ricorrono alla pena di morte disprezzino i diritti umani e si mostrino insensibili agli appelli che si levano da ogni parte del mondo.
Ma la lotta contro la pena capitale non può fermarsi.
In Pakistan una donna di fede cristiana, Asia Bibi, è stata condannata a morte per blasfemia, con l’accusa di aver insultato il profeta Maometto durante un alterco con una donna musulmana, ormai cinque anni fa. La sentenza è stata confermata dalla Corte d’appello, il 16 ottobre. Resta ancora la possibilità di un annullamento da parte della Corte suprema.
Non vogliamo e non possiamo lasciare sola Asia Bibi, la sua famiglia e tutti coloro che in Pakistan si sono schierati in suo favore.
Amnesty International ha lanciato un appello mondiale rivolto al primo ministro Nawaz Sharif per chiedere il rilascio di Asia Bibi e la modifica, come primo passo verso l’abolizione, delle leggi sulla blasfemia.
Qui il link per firmare l’appello
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