15 ottobre 2014
Calabria. Un comune al servizio dell’n’drangheta- Ieri a San Ferdinando, un paesino nei pressi di Gioia Tauro, sono stati arrestati dai carabinieri il sindaco Domenico Madaffari, il vice-sindaco Santo Celi e il consigliere d’opposizione Giovanni Pantano, accusati di concorso esterno per associazione mafiosa. Secondo le autorità, i tre rappresentavano gli interessi dei clan dentro gli uffici comunali, garantendo appalti, assunzioni degli affiliati alla cosca, evitando anche che i cittadini vittime di angherie potessero esporre denuncia.
Come riportato oggi dal Fatto Quotidiano e dall’Avvenire, San Ferdinando rappresenta l’ennesimo comune a servizio della criminalità organizzata. “In Calabria non c’è cosca che non abbia il suo rappresentante politico” questo è l’allarme lanciato da Francesco Cafiero de Raho, procuratore di Reggio Calabria.
Chiaiano. Pericolo infiltrazione clan nella messa in sicurezza- Tra pochi giorni gli abitanti di Chiaiano potranno godersi la meritata vittoria. Partirà prossimamente, per poi concludersi i primi di gennaio, il bando per la messa in sicurezza della discarica. I lavori dovrebbero trasformare l’ex centro di raccolta di rifiuti in un’area verde di circa 22 milia metri quadrati. Il responsabile Claudio Persico e l’ingegnere Andrea Abbate, in un articolo del Mattino di oggi, aggiungono:” Chiediamo vigilanza da parte del comune e della regione sulle assegnazioni degli appalti”.
Expo. Continuano gli arresti tra i lavori-Ha chiesto il processo con rito immediato la procura di Milano per l’ex funzionario Pci Primo Greganti, per l’ex parlamentare Dc Gianstefano Frigerio, per l’ex senatore di Fi Luigi Grillo, per l’ex manager di Expo Angelo Paris. . Le accuse vanno dall’associazione per delinquere, alla corruzione fino alla turbativa d’asta e alla rivelazione di segreto d’ufficio e la presunta «cupola degli appalti» avrebbe avuto la sua sede operativa a Milano in un centro culturale intitolato a Tommaso Moro. Dall’inchiesta, riportata dal Corriere della Sera e da Repubblica, risulterebbe che la maggior parte degli appalti per i lavori della manifestazione internazionale siano stati pilotati ad hoc per finire esattamente dove volevano gli indagati.
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