NEWS

Caso Acqualatina: i cittadini pagheranno spese “querela pretestuosa”

di redazione il . Lazio

A proposito delle querele per diffamazione a mezzo stampa e degli emendamenti alla nuova legge che sta per approdare in Senato, un contributo importante può venire dalla sentenza del giudice del Tribunale di Cassino, Barbara Del Pizzo,che ha assolto i giornalisti che si sono occupati del “caso Acqualatina”. Quest’ultima società, che gestisce il servizio idrico in provincia di Latina e in parte dei territori di Roma e Frosinone, aveva sostenuto nella querela che i giornalisti Graziella Di Mambro, Tonj Ortoleva e Daniele Vicario unitamente a Luigi Cardarelli (nella qualità di direttore responsabile della testata Latina Oggi), avevano “orchestrato una campagna di stampa tesa a screditare gli organi direttivi di tale società, in tal modo offendendone la reputazione”. La querela venne presentata nel 2007 e il processo si è concluso il 22 maggio del 2014 con sentenza di assoluzione notificata in questi giorni.

Nelle motivazioni del giudice De Pizzo ha ritenuto che in tutti gli articoli oggetto di contestazione sono stati rispettati i principi della “verità storica della notizia”, della “pertinenza” e della “continenza” in quanto “non è emerso che negli articoli si riferiscano notizie false o prive di fondamento”. Ha fatto altresì notare il giudice che “è indubbio , infatti, l’interesse pubblico delle vicende di Acqualatina, società che aveva privatizzato la gestione del servizio idrico nella totalità della provincia di Latina, interesse dimostrato anche dall’effettuazione di servizi di trasmissione televisive di diffusione nazionale”. L’assoluzione è avvenuta perché il fatto non costituisce reato e anche la pubblica accusa aveva chiesto l’assoluzione perché il fatto è scriminato dall’esercizio del diritto di cronaca. Dunque in sede giudiziaria è stato riconosciuto che tutti gli articoli su Acqualatina, le critiche sulla privatizzazione e la gestione, l’aumento delle bollette e la coincidenza tra i soggetti politici controllori e controllati sono risultati fondati su notizie vere e di interesse pubblico. Essendo la parte che si era ritenuta offesa una delle società per azioni più importanti del Paese è, probabilmente, utile in questo momento e in questa sede ribadire che ci si trova di fronte ad una azione palesemente pretestuosa e quasi certamente intimidatoria, comunque temeraria.

Ciò nonostante Acqualatina spa non rischia nulla. Eppure questa società (che, va detto, è pubblica per il 51%) ha messo in moto una macchina della giustizia per una lesione di immagine e di onorabilità che non ha trovato alcun riscontro in quanto gli articoli hanno affermato il vero; non solo: erano parte di una battaglia civile dei cittadini e di alcuni sindaci contro la privatizzazione dell’acqua; ha tenuto i giornalisti sotto processo per sette lunghi anni; i cronisti e il direttore hanno pagato di tasca loro e/o dell’azienda per cui lavorano, mentre gli avvocati di Acqualatina spa che hanno presentato questa querela infondata li pagano…. i cittadini perché le spese legali stanno sul bilancio della società e il bilancio si paga attraverso le bollette, come deciso dalla stessa spa e avallato dalla maggioranza dei sindaci. Il che è esattamente una delle critiche contenute negli articoli. Cioè: i cittadini della provincia di Latina per essere stati correttamente informati (come stabilito in sentenza) hanno pagato una “tassa” in più, un “costo-informazione” sulle bollette. Presumibilmente questo è uno di quei casi che non sarebbero proprio nati se vi fosse stata una norma deterrente, se fosse esistito un deposito cauzionale per le querele palesemente temerarie e infondate. E comunque adesso i costi della giustizia invocata per pura intimidazione non li pagherà nessuno, gli avvocati di Acqualatina li pagheranno gli utenti e forse neppure la Corte dei Conti si accorgerà di questa “spesa inutile” se accanto alle spese legali non verrà specificato che la querela per diffamazione è finita con un’assoluzione. E riesce davvero difficile che Acqualatina scriva sul suo bilancio che ha pagato per sette anni avvocati importanti per portare avanti un’azione di tutela del tutto “inventata”.

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link