Ciotti su intimidazioni: “Vera minaccia non Riina ma assenza di politiche giuste”
La ”vera minaccia” non sono le parole di Toto’ Riina o degli altri mafiosi ma il fatto che ”non si fanno le leggi e le politiche giuste”. Cosi’ Don Luigi Ciotti ha risposto in un incontro alla stampa estera ai giornalisti che gli chiedevano se la sua vita fosse in pericolo. ”Io – ha sottolineato il fondatore di Libera – sono solo un piccolo uomo, non val la pena ammazzarmi. Possono fare fuori una persona, ma c’e’ un mondo che e’ cresciuto e cammina da solo anche senza Luigi Ciotti. Io rappresento un noi e sono qui perche’ altre persone da 20 anni sono vicine a chi fa piu’ fatica”. Ecco perche’, dice, il timore non e’ per la sua vita ma per quella dei ragazzi che lavorano con Libera e con le altre associazioni che gestiscono i territori confiscati alle mafie e per i poliziotti della scorta. ”Sono sinceramente preoccupato che non venga fatto del male a loro e ai ragazzi della scorta, che hanno mogli e figli – dice Don Ciotti – Certo, un po’ di smarrimento Toto’ Riina me lo ha provocato, ma noi non possiamo far altro che andare avanti per questa strada: le mafie si battono con la cultura, l’educazione e le confische dei beni”. Ed e’ proprio quest’ultimo tema, secondo Don Ciotti, che ha provocato la reazione del boss di Cosa Nostra. ”Nelle intercettazioni – ha rivelato – Riina accenna anche ai beni confiscati. Significa che questa cosa lo ha infastidito molto, perche’ cosi’ facendo ai mafiosi si porta via frutto della loro violenza e del loro potere”. ”Non e’ la prima volta che provano ad ammazzarmi – conclude – Possono distruggere la mia vita ma il lavoro andra’ avanti”
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