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Scuola Estiva GIA Sicilia: per una economia pulita nel nome di Rosario Livatino

di Umberto Di Maggio il . Sicilia

Chiudete gli occhi e provate a a chiedervi: quanto pesa un sogno? E provate ad immaginare quanto pesi, soprattutto, non poterlo realizzare, quel sogno. Per quanto tempo lo si può lasciare chiuso in un cassetto? Per quanto può restare lì a lottare con la polvere? E se invece, quel sogno, ce lo si porta sulle spalle in uno zainetto verso Sud, in un bene confiscato alla mafia, all’incontro con altre speranze? Ecco, quel peso diventa l’unità di misura della fatica, dello sforzo, dell’impresa di “fare impresa” in una terra difficile come quella di Sicilia. Non aprite gli occhi. Provate ancora a pensare a quel bene confiscato, simbolo di riscatto e libertà dalla violenza criminale, come il tornio per la creta: strumento per dare a quei sogni la forma e la sostanza che gli manca. Fatto? Benissimo! Adesso quel posto diventa la casa, lo spazio dei desideri da realizzare per quei giovani a testa alta che hanno deciso di rialzarsi e a non chinare il capo al corso ineluttabile del tempo. Capitani coraggiosi capaci di tirare su un’azienda, forse una cooperativa sociale. Che sia buona, pulita e giusta ed in grado, quindi, di migliorare l’economia di questa regione valorizzando così le risorse ambientali, culturali, storiche e sociali dell’intera Isola. Un sogno, due sogni, tre, quattro, cinque, dieci, cento sogni. Sono quelli dei quaranta allievi della terza edizione della Scuola estiva “GIA’ – Giovani, Imprenditoria ed Innovazione” che Libera dal 15 al 21 settembre insieme a tanti altri compagni di viaggio ha organizzato a Naro in contrada Robadao.

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Cos’è GIA’? E’ un’occasione di confronto, di formazione, di conoscenza. Un tentativo di risposta ai tanti preoccupati interrogativi dei figli di questa terra che spesso, seppur competenti e motivati, non riescono a realizzarsi nel mondo del lavoro, ingrossando così le cifre dello tsunami demografico e spopolando di eccellenze e ricchezza i nostri territori. GIA’ è forse una speranza per coloro che non accedono più ad alcuna forma d’istruzione o d’impiego e che non chiedono né cercano un lavoro perché arresi al destino.  GIA’ è un antidoto alla resa. E’ un secco “no” a quei modelli economici che hanno stuprato la bellezza delle nostre città e reso povere le nostre comunità. GIA’ è un’alternativa ai tradizionali dettami mafiosi che dicono che delle risorse bisogna fare bottino e che dell’operosità e della creatività della gente bisogna succhiare la linfa. La scuola estiva GIA’ è organizzata presso la sede della cooperativa dedicata al giudice vittima di cosa nostra Rosario Livatino che nel progetto “Libera Terra” si occupa di riutilizzare socialmente le strutture strappate alla criminalità organizzata. Il luogo è emblematico e vale il senso di un sogno collettivo iniziato nel 1995 con una raccolta di firme che mobilitò l’intera associazione per consentire l’uso sociale delle proprietà strappate ai clan. L’abbiamo voluta lì perché i beni confiscati sono simboli di riscatto di un Mezzogiorno che può e deve diventare ecosistema accogliente per innovazione ed investimenti. E continueremo ostinatamente a proporla ogni anno perché siamo certi che è possibile liberarsi dal peso di racket ed dell’usura e radicare una libera impresa che favorisca le eccellenze locali. GIA’ guarda con rinnovata fiducia nello Stato e sul solco del sacrifico del giudice Rosario Livatino e di tutte le altre vittime innocenti delle mafie crede fortemente che legalità e giustizia siano le gambe capaci di far ricominciare a correre questa acciaccata terra di Sicilia.

 

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Umberto Di Maggio

Umberto Di Maggio nasce a Palermo durante le stragi di mafia degli anni '80. Cresce nei vicoli della periferia, nel meticciato del Mediterraneo, mentre la città viveva la sua Primavera. Fugge rabbioso nel Continente per trovare la desiderata pace. Il sogno di un terra libera, invece, lo rimette in viaggio verso Itaca. Oggi, felice, coordina "Libera - associazioni, nomi e numeri contro le mafie" nell'Isola. Diritti, libertà, democrazia sono per lui il pensiero plurale di una Sicilia emancipata dall'infame peso di mafie e corruzione. Sociologo, è autore di “Siciliani si diventa”, un racconto che denuncia i traffici delle mafie internazionali nel mediterraneo. Sostiene Libera Informazione perché Cosimo Cristina, Mauro De Mauro, Giovanni Spampinato, Peppino Impastato, Mauro Francese, Giuseppe Fava, Giancarlo Siani, Mauro Rostagno, Beppe Alfano sono giornalisti uccisi delle mafie. Nella loro memoria il mio (ed il nostro) impegno.

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