Mafie in Emilia-Romagna. La Commissione parlamentare inizia da Bologna
La Commissione parlamentare antimafia, guidata dalla presidente Rosy Bindi, ha iniziato la ricognizione sui territori emiliano-romagnoli partendo da Bologna. Obiettivo della delegazione, fare il punto sulla pressione della criminalità organizzata nei territori della regione, ascoltando nella Prefettura del capoluogo emiliano i prefetti e i magistrati delle Procure. Alla vigilia dell’incontro, che si è svolto il 19 settembre, le parole del senatore modenese Francesco Vaccari, membro della commissione.
Rosy Bindi, a conclusione delle audizioni, ha annunciato un vero e proprio giro di vite in politica attraverso controlli più stringenti sulle liste dei candidati per evitare il voto di scambio tra le cosche e gli amministratori emiliani. “La Commissione antimafia ha già offerto un codice alle forze politiche per la formazione delle liste”, ha detto Bindi ai cronisti, affermando l’intenzione di “rafforzare le regole di questo codice e renderle più vigorose, soprattutto perché il Parlamento ha approvato il 416ter che colpisce il voto di scambio tra politica e mafia”.
Il proliferare di affari illegali soprattutto da parte di ‘ndrangheta e camorra potranno essere arginati solo con un nuove norme. In tal senso, Bindi ha annunciato maggiore controllo su appalti pubblici e privati, falso in bilancio e autoriciclaggio. Una scelta politica e di governo urgente, ha precisato la presidente della Commissione, perché in materia di appalti e di reati finanziari “serve una legislazione più avvertita”. In particolare, sul reato di autoriciclaggio “bisogna fare presto e non annacquare le misure. È un tipo di reato – ha proseguito – che va colpito perchè è una delle pratiche più diffuse da parte dei poteri criminali e con cui più facilmente entrano nell’economia legale”.
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