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8 settembre 2014

di no.fe. il . Rassegne

Da Cernobbio la sfida lanciata da Cantone agli imprenditori. «Isolateli come i mafiosi» Per combattere la corruzione le leggi servono (anche qtìalcuna in più di quelle attuali) masoprattutto c`è bisogno di un cambio culturale, di smettere divedere corrotti e corruttori come «simpatici ribaldi». E in questo Raffaele Cantone, il presidente dell`Authority anticorruzione, ieri al Forum Ambrosetti di Cemobbio ha chiesto anche l`aiuto di Confindustria. Cantone ha scosso così ieri gli industriali e ha chiesto a gran voce di cacciare i corrotti dalla loro associazione, proprio come gli imprenditori siciliani hanno deciso di espellere i collusi con la criminalità organizzata. «Se passa l`idea che la lotta alla corruzione può essere conveniente – ha aggiunto Cantone – c`è la speranza di ottenere qualche risultato». Il racconto sulle colonne de “Il Mattino” che ospita anche una intervista – risposta del leader di Confidustria Ivan Lo Bello, già protagonista del cambiamento di rotta dentro l’associazione industriali, sui temi della legalità e della lotta alle mafie.  Alcuni passaggi dell’intervista: Lei crede che viale dell`Astronomia sia disponibile? «Già da tempo chi è coinvolto in vicende di corruzione viene immediatamente sospeso dal nostro sistema e, una volta definito il procedimento giudiziario, se è condannato viene espulso. Cantone conosce bene la nostra esperienza. Per noi il tema della corruzione è centrale». Per quale motivo? «Chi corrompe pubblici ufficiali danneggia le aziende più competitive. Le nostre imprese hanno interesse ad un mercato trasparente, con regole certe e senza fenomeni corruttìvi. n fatto che il nostro Paese abbia un livello altìssimo di corruzione è un motivo di forte preoccupazione. Si tratta di un vero cancro del Paese, che distrugge ricchezza». Ma Cantone sembra che chieda ora di fare  di più. Lei, che è stato in Sicilia un pioniere in questo campo ritiene che sia possibile? «Già stiamo collaborando moltissimo con le istituzioni. E siamo pronti a discutere e incontrarci con Raffaele Cantone, che è una persona che stimo e conosce benissimo la mia storia siciliana. Ma quello che lui chiede già lo facciamo con il nostro codice etico. Ora dobbiamo solo approfondire ulteriormente la collaborazione».

 

L’impegno del Sole24Ore “Un appello antimafia ancora attuale”. E a pagina 10 del quotidiano di “Confidustria” si rilancia un appello contro mafie e illegalità con un impegno diretto del quotidiano diretto da Napoletano. In un passaggio dell’articolo oggi in edicola a firma di Lionello Mancini si legge “La “tangente”, il “pizzo”, la “protezione” mafiosa appartengono infatti all`esperienza quotidiana delle regioni del Nord non meno che di quelle del Centro o del Sud. Ed è un`esperienza che tocca più da vicino e direttamente gli imprenditori, siano essi industriali, artigiani, commercianti o liberi professionisti. Per questo l`appello è indirizzato soprattutto agli imprenditori, perché non assistano rassegnati alla distruzione criminosa delle loro imprese e perché non aspettino solo da altri, istituzioni e polizie, il ripristino di una legalità sempre più incerta. La rivolta degli imprenditori contro mafie e camorre d`ogni tradizione è una rivolta in nome della loro stessa cultura d`impresa, fatta di mercato, competitivita, regole trasparenti e certe. Laddove la cultura mafiosa, per affermarsi, deve uccidere il mercato, impedire la competitivita, imporre l`arbitrio. Occorre dunque che la rivolta sia nazionale e trovi proprio negli imprenditori le sue voci più alte e le sue forze più decise. Come II Sole-24 Ore e l`intera stampa italiana hanno documentato, le iniziative locali o settoriali non mancano; migliala di persone e centinaia di organizzazioni sociali si sono già impegnate; la stragrande maggioranza di queste iniziative appartiene proprio alle aree del Mezzogiorno. L`appello è a non lasciarle esaurire nell`isolamento e nell`indifferenza.  E una rinnovata disponibilità del giornale su questi temi: Il Sole-24 Ore mette a disposizione le proprie pagine, come un luogo aperto a tutti e dove tutti possono incontrarsi. Toccherà poi alle singole iniziative, a quelle già attive e a quelle che sorgeranno anche in risposta a questo appello, trovare autonomamente le forme più efficaci e di azione comune..[…]. 

Beni confiscati e data journalism su “L’Espresso”. Da un progetto di “Spaghetti Open Data” nasce il portale confiscatibene.it per monitorare aziende, immobili e altre proprietà sottratte alla criminalità. In questa inchiesta di Dataninja.it in collaborazione con i quotidiani del Gruppo Espresso la situazione aggiornata, tra cifre ufficiali poco attendibili e milioni di euro stanziati per un database mai realizzato. E si scopre che le confische aumentano soprattutto al Nord, fra Torino, Genova e Pavia. Il lavoro integrale qui

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