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Lazio, a Fondi un “sistema mafioso”

di Federico Domenichelli il . Lazio

A Fondi la mafia c’era e condizionava le attività amministrative del Comune e quelle del mercato ortofrutticolo. Lo ha stabilito con sentenza definitiva la Suprema Corte di Cassazione, che , dopo l’udienza fiume di martedì, si è pronunciata sul ricorso presentato dai difensori degli imputati in «Damasco 2». Le condanne più pesanti sono arrivate per i «capi» di quest’associazione di stampo mafioso, ossia Venanzio Antonino Tripodo (10 anni) e Aldo Trani (9 anni). Per quanto riguarda la posizione di Giovanni Carmelo Tripodo, anche lui ai vertici del sodalizio, una nuova sezione della Corte d’Appello – questo quanto stabilito dagli ermellini – dovrà pronunciarsi per rideterminare la pena in ordine ai reati residui che sono a suo carico. Annullata invece la sentenza di condanna con rinvio alla Corte d’Appello per nuovo esame, per Vincenzo Bianchò, Antonio Schiappa e Riccardo Izzi, accusati di aver partecipato all’associazione di tipo mafioso promossa e diretta dai fratelli Tripodo e da Trani. I rapporti del sodalizio con la pubblica amministrazione sarebbero avvenuti, oltre che per mezzo di dirigenti e funzionari, per tramite di Riccardo Izzi, ex consigliere comunale e assessore ai Lavori pubblici. Questi è stato accusato di concorso esterno in associazione mafiosa perché – ricostruiscono gli inquirenti – avrebbe favorito il sodalizio e le sue imprese approfittando del suo ruolo di pubblico amministratore e perciò in secondo grado era stato condannato a 5 anni e 8 mesi. Questa sentenza è stata però annullata dalla Cassazione, che ha accolto le osservazioni mosse dall’avvocato Renato Archidiacono e dal professor Franco Coppi, difensori dell’imputato. La posizione di Izzi, pertanto, dovrà essere giudicata da una nuova sezione dalla Corte d’Appello così come quella di Bianchò e Schiappa.

Stesso iter di ritorno in Corte d’Appello dopo l’annullamento della sentenza si avrà per la confisca dei beni sequestrati a Franco Peppe, Tiziana Simonelli, Aldo Trani, Loredana Trani, Maria Laura Trani e ai fratelli Tripodo e per la posizione di Giuseppe De Silvia, accusato del tentato omicidio di Aldo Trani, nonché di quella di Pasquale Peppe, accusato insieme ad altri di aver impedito il libero commercio all’interno del Mof grazie ai rapporti con il sodalizio mafioso. La Cassazione ha accolto inoltre le osservazioni della difesa (gli avvocati Renato Archidiacono, Angelo e Oreste Palmieri, Maria Antonietta Cestra, Giulio Mastrobattista, Giuseppe Lauretti, Domenico Oropallo e Vincenzo Macari) per quanto riguarda la prescrizione di una serie di reati contro la pubblica amministrazione, tra cui quelli imputati all’ex comandante dei vigili urbani Dario Leone, annullando senza rinvio la sentenza emessa in merito dalla Corte d’Appello. Per il resto i ricorsi sono stati rigettati e le condanne sono divenute definitive. Ora si attende la deposizione delle motivazioni.

 

* Federico Domenichelli, giornalista de “Il Quotidiano di Latina”

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