Don Ciotti al Festivaletteratura di Mantova: “Accelerare riforma beni confiscati”
“Ci auguriamo che ci sia un’accelerazione sulla legge 109 del ’96, sui beni confiscati alla mafia, perche’ non si puo’ perdere tempo su questi temi”. Tra applausi, ovazioni, in una piazza Sordello superaffollata, don Luigi Ciotti, nel primo giorno del Festivaletteratura di Mantova ha invitato il governo e i cittadini a prendere posizione contro la mafia e ha ricordato le parole di Papa Francesco ai mafiosi alla Giornata dell’impegno in ricordo delle vittime di mafia. “‘Mi metto in ginocchio, convertitevi e cambiate’ ha affermato il Papa e da qui io dico a Toto’ Riina e a tutti gli altri, ‘convertitevi e cambiate'” ha sottolineato don Ciotti nonostante le minacce ricevute dal boss mafioso. “Papa Francesco ha tagliato la testa al toro” ha spiegato Don Ciotti. “Quando lo ho invitato alla Giornata dell’impegno “vengo subito’ ha detto. Non era mai successo. Per i familiari delle vittime di mafia ha avuto queste parole ‘Vi abbraccio, siamo al vostro fianco’ e a chi adora il male ha detto ‘vi scomunico’. Ha tolto l’ambiguita’, il Vangelo e’ incompatibile con la mafia”. “La legge c’e’ – ha spiegato poi tornando sui beni confiscati, nel suo inarrestabile intervento – e deve essere, dopo molti anni, migliorata. Purtroppo e’ tutto fermo. Il governo Letta aveva creato una commissione e il governo attuale ha ripreso gran parte di queste proposte, ma perche’ non sono stati nominati i membri della commissione? Bisogna fare in fretta, sempre con grande rispetto, ma cosa ci vuole?”. Se funzionasse il nuovo meccanismo, ha incalzato il fondatore del Gruppo Abele e di Libera, “nel giro di pochi mesi avremo oltre 55 mila beni sequestrati e confiscati di primo livello che potrebbero diventare disponibili e ci sono anche migliaia di aziende e in questo caso bisogna salvare i posti di lavoro”. Nel nostro paese “il problema non sono i mafiosi, siamo noi” ha ribadito e sottolineato che “oggi le mafie sono tornate forti, hanno tanta liquidita’, creano nuove alleanze. Ma la forza mafiosa non sta dentro, sta fuori, in quanti gli consentono di fare investimenti. Neppure Toto’ Riina sarebbe stato in grado di fare operazioni da solo qui e altrove”. “Dobbiamo impedire che l’Expo mondiale di Milano 2015 – ha aggiunto – diventi solo una parata del cibo come merce commerciale, ma fare in modo che sia un’occasione di giustizia e liberta’”. Il fondatore del Gruppo Abele e di Libera ha poi ricordato che “la mafia oggi investe molto nell’agro alimentare. Compra terre ma l’agricoltura vogliamo che sia pulita”. In chiusura un appello: “Vorrei con voi portare una piccola voce perche’ vengano liberate le persone sequestrate, le due giovani cooperatrici, Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, Padre Dall’Oglio e tutti i tecnici scomparsi. La speranza o e’ di tutti o non puo’ essere”.
Trackback dal tuo sito.