Beni confiscati, una mappatura digitale per l’Emilia-Romagna
di Federico Lacche*// – Un “click” del mouse e si può accedere a singole schede o di un territorio provinciale, consultare documenti catastali o ricostruire l’avvicendamento dei diversi proprietari, che naturalmente annoverano anche esponenti della criminalità organizzata o presunti tali e ancora sotto procedimento giudiziario. La “Mappatura georeferenziata” dei beni confiscati ai clan in Emilia-Romagna rappresenta il felice tentativo – mai completamente riuscito fino ad oggi – di “fotografare” i patrimoni sottratti alle mafie e di conoscerne la storia, lo stato, la situazione gestionale e l’eventuale ri-destinazione alle comunità a cui era stato sottratto attraverso attività illecite e criminali. A partire dai dati aggiornati forniti dall’Agenzia nazionale per i beni confiscati alle mafie, la mappatura georeferenziata è il risultato di un monumentale e paziente lavoro di catalogazione, interpretazione dei dati e connessione tra i tanti soggetti dei territori che ne possiedono conoscenze parcellizzate. Lavoro confluito, questa la sua caratteristica più interessante, in un portale web che possiede ora idati digitalizzati di ogni singolo bene: dalla sua localizzazione alle foto che ne rappresentano le condizioni attuali, dai dati sui lavori che sono stati svolti al suo interno fino ai decreti di sequestro e di confisca, necessari per ricostruirne la storia giudiziaria. Il database è, soprattutto, l’esito di un percorso svolto durante la prima edizione del master Unibo in Gestione e riutilizzo dei beni confiscati alle mafie “Pio La Torre“, unico in Italia e diretto dalla docente bolognese Stefania Pellegrini, che ne è stata anche l’ideatrice.
La Mappatura dei 40 beni confiscati in Emilia-Romagna (il numero è il risultato dell’accorpamento di diverse unità immobiliari che compongono i 110 beni dichiarati dall’Agenzia) è stata presentata alcune settimane fa a Bologna, nella Sala delle Armi della Scuola di Giurisprudenza, nel corso di un convegno che, tra gli altri, ha visto la presenza del prefetto di Bologna, Ennio Mario Sodano, della vicepresidente della Giunta regionale, Simonetta Saliera, e del procuratore antimafia Roberto Alfonso, che considera il progetto come il frutto di un ottimo lavoro di messa in rete delle informazioni: potrà essere fruito dai cittadini e dagli enti territoriali e forse contribuire a risolvere i problemi legati alla ri-destinazione dei beni confiscati.
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