‘Ndrangheta, confisca di beni nel cosentino
La Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro sta procedendo alla confisca del patrimonio dell’imprenditore cosentino Pietro Citrigno, agli arresti domiciliari in seguito alla condanna definitiva a quattro anni e otto mesi di reclusione per usura aggravata, emersa dalla vicenda giudiziaria legata all’operazione “Twister”.
La confisca è relativa agli stessi beni oggetto di due decreti di sequestro emessi dal Tribunale di Cosenza tra gennaio e febbraio di quest’anno e conferma le investigazioni patrimoniali portate avanti dalla Dia, alla base della proposta di sequestro inoltrata dal Direttore della Direzione Investigativa Antimafia, Arturo De Felice. La sproporzione tra i redditi dichiarati o attività economiche di Citrigno e gli acquisti effettuati “denuncia incontestabilmente la sussistenza di una fiorente e redditizia attività delittuosa, parallela all’attività economica svolta, fonte della maggior parte dei proventi della famiglia Citrigno”.
Ad essere sottoposti a confisca non sono soltanto i beni del Citrigno già sottoposti a sequestro, ma anche il “Centro clinico Ortensia srl” di Cosenza. Il valore complessivo del patimonio confiscato ammonta a circa cento milioni di euro e comprende il capitale sociale e intero compendio aziendale di tre aziende di Cosenza, oltre a percentuali di altre sei aziende, situate tra il cosentino e Catanzaro. L’ordinanza di confisca include anche 35 fabbricati, tra cui si evidenzia la clinica “Villa Gioiosa” di Montalto Uffugo (CS) e “Villa Adelchi” di Longobardi (CS), strutture sociali accreditate al Servizio Sanitario calabrese. Il patrimonio confiscato comprende anche quattro terreni, cinque rapporti finanziari e nove autovetture.
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