NEWS

Palermo ricorda il magistrato Rocco Chinnici

il . Brevi

Un minuto di silenzio avvolge il chiostro della galleria d’Arte moderna di Piazza Sant’Anna: è Palermo che ricorda Rocco Chinnici, il “giudice buono”, capo dell’ufficio Istruzione e ideatore del pool antimafia a Palermo, sventrato il 29 luglio 1983 da una fiat 126 imbottita di tritolo piazzata sotto casa, in via Pipitone Federico, dalla Cupola di Cosa nostra. Con lui muoiono anche due carabinieri della scorta, Mario Trapassi e Salvatore Bartolotta, e il portiere dello stabile, Stefano Li Sacchi. Trentuno anni dopo Palermo ricorda la “storia di una strage annunciata”, per dirla con le parole dei due giornalisti Fabio de Pasquale e Eleonora Iannelli, autori del libro “Così non si può vivere”.

“Una indagine – spiegano i due giornalisti- quella sulla strage di via Pipitone Federico che il 9 gennaio del 1990 si chiude, dopo ben sette processi, senza nessun colpevole. Per avere un barlume di verità, bisognerà aspettare il 1995 quando, grazie alla collaborazione di pentiti come Giovanni Brusca, la procura di Caltanissetta apre il secondo filone del processo che finalmente nel 2003 porterà la Cassazione a confermare le condanne all’ergastolo per dodici imputati. Nella lista dei nomi mancano però quelli dei Greco e dei cugini Salvo: i primi perché già assolti e quindi non più giudicabili, i secondi perché morti. E’ anche la storia – concludono – sulla presunta corruzione di un giudice messinese e di un fascicolo che si è perso per quindici anni”. “Grazie al sacrificio di uomini come Chinnici – commenta Leoluca Orlando – possiamo dire che oggi la mafia è un pezzo del mosaico ma a Palermo non governa. Regioni come la Calabria non possono affermare lo stesso. Ricordare Chinnici significa ricordare quando lo Stato e la mafia sembravano identificarsi.

Qui il servizio integrale di  Gloria Ravidà –  l’Ansa

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link