8 per mille alle scuole. Via libera del Consiglio dei Ministri al decreto presidenziale
Ci vado oggi al cimitero da Vito Scafidi, 17 anni, vittima del crollo del del tetto al liceo Darwin di Rivoli nel 2008. Ci vado a raccontargli che abbiamo fatto un altro passo avanti in suo nome, nella sua memoria. Ieri il Consiglio dei Ministri, infatti, ha dato il via al decreto presidenziale, che prevede l’utilizzo dei fondi dell’8 per mille destinato al miglioramento qualitativo e alla messa in sicurezza degli edifici scolastici.
Quando la strada da percorrere è tanta, non hai alternativa: un passo alla volta, ogni volta un passo. E così è la strada per rendere accoglienti le scuole del nostro Paese: sicure innanzitutto, ma anche belle, vivibili, casa. Il tasso di dispersione scolastica dell’Italia è di 5 punti percentuali più alto del resto d’Europa, con picchi che superano il 25% in alcune aree. Non possiamo permetterci di perdere questo patrimonio umano, di regalarlo alle mafie e alla miseria, che ci rubano il futuro e calpestano il diritto allo studio. Fare scuola, essere scuola, significa poter dare agli studenti tempi e spazi dedicati, capaci di porsi in ascolto dei loro bisogni, capaci di dare risposte a ciascuno.
Il tempo: con programmi meno nozionistici e più esperienziali, che li riempiano di vita e di relazioni prima ancora che di libri e di dati.
Lo spazio: con delle aree in cui possano sentirsi in armonia, in un sentimento di cura per il luogo in cui passano gran parte della loro giornata.
Su questo abbiamo posto la nostra attenzione, dopo lo shock del 22 novembre 2008, quando un ragazzo con gli occhi blu ha visto seppellire i suoi sogni sotto il soffitto dell’aula. Vito, appunto. Ma guai a noi a fermarci a quella morte, a quella tragedia annunciata, piangendoci addosso e restando immobili a guardare, scuotendo la testa, con aria disperata. Vito significa Vita. Questa è la prima e più grande lezione che ci ha lasciato quel diciassettenne. E noi abbiamo raccolto quella Vita facendola nostra. Sappiamo che oltre il 50% degli edifici scolastici ha bisogno di importanti interventi di ristrutturazione. Molti sono in strutture precedenti alle normative antisismiche, molti non hanno neanche il certificato di agibilità. C’è da darsi da fare, in fretta.
Il governo Renzi ha previsto uno stanziamento di 36 milioni di euro per cofinanziamenti agli enti locali, con una spesa complessiva di 180 milioni di euro. Ma non bastano. E l’anagrafe dell’edilizia scolastica non è ancora completo e aggiornato. L’ultima notizia, quella che porterò a Vito oggi, riguarda (come anticipavo) l’approvazione del regolamento con il quale una quota dell’8 per mille* potrà essere destinata a questo scopo, accanto agli altri quattro già previsti. Tutti scopi importanti (calamità naturali, fame nel mondo, beni culturali e assistenza ai rifugiati) ed è per questo che non c’è da mettersi in gara per la suddivisione della torta, ma il decreto serve innanzitutto a ribadire che quest’area di intervento è finalmente ritenuta prioritaria dallo Stato, al pari delle altre. È un modo per dire che è necessario occuparsene permanentemente e non sulla base dell’emergenza, delle ‘tragiche fatalità’ meglio conosciute come disastri annunciati.
Forza dunque, che la strada è ancora lunga e di passi da fare ce ne sono molti. Speriamo che sia l’occasione per rivedere gli edifici non solo pensando alla loro stabilità fisica, ma anche alla stabilità dei percorsi formativi degli studenti, ragionando sugli spazi affinché possano costruire comunità educanti a partire anche da nuove mura e nuovi basamenti.
Per Vito e per il nostro futuro.
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