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Rassegna stampa 18 luglio 2014

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Procura di Palermo: Napolitano deve deporre – Il Corriere della Sera riporta le ultime vicende relative alla presunta trattativa fra lo Stato e la mafia. La Procura di Palermo torna a fare il nome del Capo dello Stato e a chiedere che sia ascoltato per far chiarezza sulla questione. I pm attenderanno la fine dell’estate per procedere all’ascolto della testimonianza di Napolitano, dopo la lettera in cui afferma di aver già chiarito “le sue scarse conoscenze rispetto a ciò che l’accusa vorrebbe sapere da lui e l’stanza di  alcune parti (l’avvocato de governo e qualche difensore) di rinunciare alla deposizione”. Secondo i pm di Palermo ci sarebbe stata una trattativa tra Stato e mafia, in cui Cosa Nostra avrebbe ricattato le istituzioni chiedendo, affinché cessassero gli attentati, la fine del carcere duro. Secondo l’accusa, l’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino – oggi imputato di falsa testimonianza – avrebbe chiesto al consigliere del Quirinale D’Ambrosio di intervenire sull’inchiesta. Anche Il Fatto Quotidiano scrive delle vicende che vedono coinvolto il Presidente della Repubblica nella trattativa Stato-mafia, andando a fondo sulla questione della lettera di D’Ambrosio e delle pressioni di Mancino.

Terra dei fuochi, a rischio operazione sicurezza – La strada che porta alla discarica di Giugliano, il cuore della Terra dei fuochi, è ora off limits. Nessuno, nemmeno gli esperti del commissariato alle Bonifiche e i tecnici delle aziende che stanno effettuando gli interventi di messa in sicurezza potranno accedervi. A deciderlo è il commissario straordinario del Comune di Giugliano con un’ordinanza, che fa seguito alla richiesta dei proprietari della strada, rientrati in possesso della porzione di territorio per volontà dell’Unità tecnica amministrativa della presidenza del consiglio dei ministri, che – secondo quanto riportato da Il Mattino – avrebbe messo fine così all’iter burocratico relativo alla procedura di esproprio finalizzata all’ideazione di un’arteria di collegamento, mai realizzata. “Le attività di messa in sicurezza delle discariche sono oggi a rischio – afferma Mario Di Biase, commissario alle Bonifiche – Il tutto a causa di un problema di accesso al sito che deve essere assolutamente risolto e di cui non siamo stati neppure informati”. Continua De Biase tuonando contro la chiusura dell’accesso alla discarica: “Su quella strada troppo a lungo sono passati migliaia di camion contenenti rifiuti tossici di ogni tipo e nessuno ha mai detto nulla. Proprio adesso che si sta lavorando per salvare il territorio spunta questo impedimento”. Le difficoltà pratiche, secondo il commissario alle Bonifiche, si incontreranno durante l’estate con l’aumento degli incendi sulla superficie delle discariche e l’accesso ai siti per i vigili del fuoco sarà impossibile. I comitati chiedono che si faccia di più: a sette mesi dal decreto poi divenuto legge, ancora i risultati non sono sufficienti.

Gomorra – la serie e le presunte tangenti – Il clan Gallo di Torre Annunziata avrebbe preteso delle tangenti per consentire le riprese della serie Tv – trasmessa su Sky e già venduta a 62 paesi – nella residenza del boss, a Torre Annunziata. Ieri sono state eseguite le ordinanze di arresto per il boss e i genitori, ma la procura arriva anche ai produttori che, però, continuano a negare di aver mai pagato il pizzo. I carabinieri del gruppo di Torre Annunziata – secondo quanto riportato da Il Mattino – hanno eseguito una ordinanza di custodia in carcere emessa dalla Dda nei confronti di Francesco Gallo e dei genitori. Durante le riprese della serie nel 2013, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, la società di produzione Cattleya aveva individuato l’appartamento di Francesco Gallo al Parco Penniniello come location delle riprese, utilizzandolo nella fiction come abitazione della famiglia Savastano. “Il prezzo di 30mila euro – si legge in una nota del volo – è stato pagato per la locazione della villa per un periodo di sei mesi ed è stato erogato senza subire alcuna pressione”. Secondo le indagini degli investigatori, sembrerebbe, invece, che Cattleya abbia dovuto chiedere il nulla osta alla camorra per poter iniziare le riprese nella villa.

La Chiesa contro la ‘ndrangheta – La conferenza episcopale della Calabria, riunitasi ieri a Paola (CZ), annuncia che verranno messi in atto “criteri pastorali comuni” che guideranno le diocesi calabresi verso il contrasto della criminalità organizzata nei riti sacri. “La ‘ndrangheta è negazione del Vangelo, una vera e propria forma d religiosità capovolta”. La presa di posizione della Chiesa in Calabria arriva a poche settimane dall’increscioso avvenimento dell’inchino della Madonna, durante una processione, davanti la casa di un noto boss ‘ndranghetista agli arresti domiciliari.  La ‘ndrangheta, secondo quanto riportato dall’Avvenire “non è solo un’organizzazione criminale che come tante altre vuole realizzare i propri illeciti affari, con mezzi altrettanto illeciti, ma attraverso un uso distorto e strumentale di riti religiosi è una vera e propria forma di sacralità atea”. L’atteggiamento della Chiesa sembra essere ora più definito e duro nei confronti della criminalità organizzata: “La questione mafiosa ha assunto nuovi riflessi” e si sente la necessità di un intervento più chiaro e deciso. Nel documento finale della riunione si scrive che “sono indispensabili regolamenti più incisivi che prevedano una formazione cristiana vera e permanente”. Particolare attenzione è riservata ai riti di religiosità popolare, “tesoro da custodire e valorizzare”, in cui si tratta di “applicare con tenacia, fin dal primo momento di adesione dei fedeli al confraternite a organizzazioni di processioni popolari gli opportuni antidoti alle infiltrazioni criminali”.

 

 

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