NEWS

Il prossimo Consiglio Superiore della Magistratura e le riforme

di Piergiorgio Morosini il . Senza categoria

Dopo anni di annunci provocatori, si sta avviando una stagione di riforme. Non si conoscono ancora i contorni precisi di certi disegni legge, ma alcune indicazioni appaiono già chiare. A tutta prima, alcuni interventi paiono auspicabili in una ottica deflattiva, come ad esempio in tema di prescrizione e di giustizia civile. Altri interventi sembrano insidiosi per la garanzia di autonomia e indipendenza di cui devono godere i magistrati. Mi riferisco, innanzitutto, alle idee di modifica del sistema elettorale del CSM e alla alta Corte di giustizia per la procedura disciplinare. Questa ultima idea, ad esempio, sembra recuperare contenuti di disegni di legge che intendono sottrarre prerogative nevralgiche all’organo di autogoverno così come immaginato dai costituenti. Ma, d’altronde, andrà verificata nei dettagli anche la proposta di rivedere lo statuto delle norme sulle intercettazioni,  di cui si è parlato in questi giorni. Sappiamo che la modifica anche solo di qualche regola vigente può tradursi in un pesante indebolimento dell’azione investigativa tendente a far luce sulla criminalità degli affari e del potere.

Ma la magistratura non può limitarsi a dire dei sistematici “no”. Occorre confrontarsi nel circuito istituzionale con la forza e la capacità di formulare indicazioni in grado di riportare a razionalità opzioni legislative non plausibili o che necessitano di alcune precondizioni.

Ad esempio, voglio ricordare che anche recentemente abbiamo assistito a una riforma strutturale come quella sul processo civile telematico che, probabilmente, andava accompagnata da una maggiore attenzione degli organi che rappresentano la magistratura nella fase preparatoria in vista del fatidico 30 giugno. Sappiamo che il PCT può rappresentare una grande chance in termini di accesso alla giustizia, riduzione dei tempi processuali, risparmio dei costi e delle energie (ad esempio con riferimento alla cancellerie), possibilità di orientamenti giurisprudenziali uniformi. Ecco credo che, su riforme del genere, il CSM abbia il compito di sollecitare sistematicamente il Ministero della giustizia ad adempiere al dovere di  predisporre le condizioni per il pieno decollo di una novità. Novità che, nel caso di specie, richiede assistenza tecnica capillare nei distretti, adeguata formazione del personale di cancelleria e strumenti informatici adeguati ad un impegno telematico prolungato (es. schermi che non affaticano la vista) per evitare condizioni di lavoro penalizzanti per la salute dei magistrati.

Vi sono poi riforme legislative che dovrebbero indurre il CSM a chiedere la rapida reintegrazione della nostre piante organiche che già soffrono di pesanti scoperture. Di recente, ad esempio, le modifiche del testo unico stupefacenti (anche alla luce di una pronuncia delle Sezioni unite) e della normativa sulla misura cautelare della custodia in carcere impongono di rimettere mano a condanne irrevocabili e giudicati cautelari, aumentando quindi carichi di lavoro già consistenti.

Sul piano delle proposte di riforma a “costo zero” che partono dal CSM, per l’impatto sulla organizzazione del nostro lavoro, sul versante penale bisognerà, ad esempio, ritornare a discutere di superamento del divieto della reformatio in peius in appello e della irrazionalità della norma che vieta l’assunzione delle funzioni di “supermonocratico” ai magistrati in prima assegnazione. Mentre nel civile, ad esempio, dovrebbe promuoversi una revisione della norma che prevede la sanzione disciplinare per il mancato rispetto del “calendario del processo” (art.81 disp.att.c.p.c.). La disposizione, infatti, appare non solo “cieca” e “pilatesca” rispetto alle effettive condizioni di lavoro di molti giudici (quantità di cause sul ruolo, carenze di personale ausiliario, condizione generale uffici ecc.) e alla pluralità dei riti civilistici ma anche scarsamente utile.

Insomma in questo frangente più che mai, il CSM deve essere in grado di recuperare un ruolo di “guida” sulle grandi questioni della giustizia italiana.

 

 

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link