NEWS

Migranti e caporalato, otto arresti a Latina

Elena Ganelli il . Lazio

LatinaOtto arresti e settanta denunce a piede libero per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Questo il bilancio dell’operazione “Shaykh” nata da un’inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma che ha sgominato una banda colpevole di avere fatto arrivare in Italia centinaia di immigrati provenienti da paesi asiatici sulla base di una falsa documentazione per farli lavorare in nero nelle aziende agricole della provincia di Latina, in particolare nella zona compresa tra Sabaudia e Terracina.

A far scattare le indagini, due anni, fa le denunce di alcuni imprenditori agricoli i quali hanno raccontato di essere stati contattati da persone che proponevano loro di mettere a disposizione i propri dati per richieste di manodopera straniera in cambio di somme che variavano dai 500 ai 2mila euro, una richiesta che questa volta ha scatenato la reazione dei titolari delle aziende che hanno scelto di parlare mettendo fine ad un mercato del lavoro nero di cui molti approfittano con guadagni ingiusti.

LEGGI L’INCHIESTA DI LIBERA INFORMAZIONE – Viaggio tra i lavoratori “invisibili”

A conclusione di due anni di lavoro, con decine di intercettazioni sia telefoniche che ambientali e pedinamenti, gli investigatori diretti dal capo della Digos e coadiuvati dagli agenti dei Commissariati di Polizia di Fondi e Terracina, della Polizia Postale e del Reparto Prevenzione Crimine Lazio questa mattina hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare otto in tutto: tra gli arrestati ci sono D. e F. N. di 45 e 35 anni, Massimo Antonetti di 46 anni, tutti di Terracina, Roberto Petroncini di Fondi, arrestato esattamente un anno fa per una simile operazione, e Kalid Nasser, pakistano chiamato all’interno della sua comunità “Sceicco” e che ha dato il nome all’operazione “Shaykh”. Oltre agli otto finiti in carcere con le accuse di favoreggiamento di immigrazione clandestina, falsità in scrittura privata e falso in atto pubblico per altre settanta persone è scattata la denuncia a piede libero. Secondo l’accusa avrebbero organizzato un sistema che consentiva di far pervenire alle nostre ambasciate in India, in Pakistan e in altri paesi asiatici, documentazione falsa utile a determinati stranieri – tutti provenienti da paesi asiatici – per ottenere il visto di ingresso sul nostro territorio nazionale in cambio del pagamento di una “tariffa” variabile tra i 6mila e gli 8mila euro.

Si tratta di un sistema noto e ben rodato ormai – ha commentato il questore di Latina Alberto Intini nel corso della conferenza stampa nel corso della quale è stata illustrata nel dettaglio l’operazione – che ha spostato grandi numeri di lavoratori sul territorio provinciale”. I riflettori sui lavoratori indiani e asiatici nelle aziende agricole del territorio pontino sono accesi, anche grazie  ai dossier “Punjab” e “Doparsi per lavorare come schiavi” realizzati dall’associazione In Migrazione da Marco Omizzolo sul fenomeno delle agromafie, caporalato, tratta e forme di nuovo schiavismo a cui sono sottoposti migliaia di braccianti indiani in provincia di Latina e presentati di recente alla Camera dei Deputati. 

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link