NEWS

Roma, al Forte Fanfulla musica e iniziative per evitare la chiusura

di Cristiana Mastronicola il . Lazio

Il Forte Fanfulla, tra i ritrovi più conosciuti del quartiere Pigneto a Roma, è sotto sfratto a causa di un affitto insostenibile. Per il locale, col supporto di artisti e associazioni, questa è la settimana del riscatto: tra musica e iniziative si cercherà di far conoscere la causa del Fanfulla e evitarne la chiusura.

Il quartiere Mettere piede al Pigneto, oggi, significa entrare in una dimensione quasi parallela, come se quelle strade lunghe e sempre ingombre di Prenestina e Casilina, che cingono il quartiere, separassero un mondo da un altro, “una Roma che non è Roma”, diceva Pasolini. È uno dei quartieri più conosciuti dall’universo giovanile, soprattutto per via della vicinanza dell’Università La Sapienza, che ne fa, grazie anche agli affitti più accessibili, uno dei “presidi” studenteschi per antonomasia. Percorri le vie del quartiere piene di locali eterogenei affastellati e cogli l’anima multietnica del quartiere. Attorno ai primi anni 2000 il Pigneto si è trasformato in un grosso esperimento multiculturale: giovani migranti si trasferivano nel quartiere, andando incontro presto a situazioni precarie, più spesso di sovraffollamento dei piccoli appartamenti del Pigneto. Ai giovani e ai migranti si era aggiunta la “centrificazione” della movida, per via dell’isola pedonale che aveva chiuso al di là del “ponticello” l’accesso al cuore del quartiere alle auto. La gestione sociale del cambiamento non era stata più seguita dalle giunte che l’avevano messa in atto, lasciando il quartiere in balia del degrado. Un degrado che oggi si attribuisce in modo banale e riduttivo al problema dello spaccio, ma che andrebbe sviscerato a fondo per comprenderne le origini proprio in quell’abbandono prematuro delle istituzioni. Oggi un paio di camionette fisse nel quartiere e un elicottero che volteggia rumoroso sui tetti ci ricordano che è iniziata una “guerra dal basso”: gli abitanti del Pigneto – famiglie e studenti – dicono basta e si scagliano contro migranti e droga, i capri espiatori del momento. Dell’identità forte del quartiere non rimane quasi più nulla. È proprio quella “corona di spine che cinge la città di Dio” di cui parlava sempre Pasolini. A raccontare la situazione del Pigneto è Federico, uno dei fondatori del Forte Fanfulla, “dove succedono cose”.

Il Forte Fanfulla. È assolato e afoso il quartiere in questo mezzogiorno di giugno, e il cortile del Fanfulla sembra una piccola oasi. Ti guardi intorno e graffiti e libri non possono non attrarre. Ce l’hai da subito l’idea di un posto in cui le pareti sono impregnate di cultura. Che non è per forza la cultura “ortodossa” di Dante e Petrarca, è la cultura di tutti. Sulla bacheca un volantino per un incontro sull’elaborazione del lutto nel migrante, gli altri sono appuntamenti per presentazioni di libri e concerti. Federico dice che il Fanfulla nasce nell’estate 2006 “dall’idea di un gruppo di amici di creare un luogo di incontro che supplisse alla mancanza di un salotto in molte delle case della zona”. Via via però è subentrata l’idea di fare del salotto un presidio sociale, creare attività che si accompagnassero a quelle ricreative. Il biliardino resta, ma al Forte nascono servizi importanti come l’assistenza psicologica ai migranti, un CAF, una sala per le prove musicali, un bistrot. Musica, teatro, libri: il Fanfulla diventa un luogo di riferimento per il quartiere, già da subito. Rispetto alla situazione in cui versa oggi il Pigneto, il Forte Fanfulla si pone in una posizione trasversale ed eterogenea rispetto ai movimenti politici: “la politica si fa anche con le chiacchiere, dettando una linea interna, più “pulita” rispetto al Pigneto di oggi. Così anche solo chiedere di non ubriacarsi davanti il locale o di non fare uso di stupefacenti all’interno è un modo di reagire e di prendere una posizione”.

#fattifortefanfulla. Oggi la sopravvivenza del Forte Fanfulla è messa seriamente a rischio da uno sfratto, arrivato dopo un anno e mezzo di mancato pagamento dell’affitto. 12mila euro al mese sono diventati una cifra insostenibile per un posto che non nasce con l’obiettivo dell’introito. Per questo, la settimana dal 23 al 30 giugno, oltre ad essere stata dedicata alla sensibilizzazione alla situazione del Fanfulla, è “una campagna di drammaticità del lato economico del sociale”, dice Federico. Gli artisti che hanno suonato negli anni al Forte Fanfulla tornano in questi giorni al n° 5 di via Fanfulla da Lodi, in veste stavolta di sostenitori della causa del Forte. Associazioni come Libera, sindacati e movimenti sono vicini al circolo Arci del Forte Fanfulla e supportano lo staff in questo percorso critico. Attraverso eventi che vanno dai concerti alla presentazione di libri al teatro, ci si propone di mostrare costi e difficoltà concrete che posti come il Forte Fanfulla sono costretti a pagare, pur offrendo servizi che suppliscono ad assenze importanti: “abbiamo una sola arma: la musica e la festa. Al di là di tutta la politicità, è la festa la risorsa principale del Fanfulla”. Spesso il quartiere di notte resta al buio e questo contribuisce a creare una situazione ottimale per quella parte di marcio che vive della notte, “noi abbiamo scelto di lasciare la luce accesa fuori, in modo che chiunque passando abbia un punto di riferimento nel Fanfulla”.

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link