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Giornalismo, fine dell’occupazione da parte della redazione de L’Ora della Calabria

di redazione il . Calabria

Il direttore Luciano Regolo e i redattori dell’Ora della Calabria hanno interrotto dopo circa due mesi l’occupazione della redazione centrale di Cosenza decisa dopo la cessazione delle pubblicazioni. A darne notizia è lo stesso Regolo in una nota pubblicata il 22 giugno sul blog ‘L’Ora siamo noi’. “Abbiamo deciso – afferma – di concentrare d’ora in avanti ogni nostro sforzo a ridare vita a una nostra testata, che prosegua l’impegno di una informazione ‘senza bavagli’, in grado di resistere alle prepotenze dei cinghiali e alla coltre di indifferenze e silenzi che grava sulla Calabria, permettendo soprusi come quelli che abbiamo subito”.

Ecco la nota integrale firmata da Luciano Regolo:

Dal 25 aprile scorso abbiamo occupato la redazione centrale di Cosenza per protestare contro le oscure modalità della liquidazione della nostra società editrice e in modo particolare contro le dinamiche che tendevano a trasferire la proprietà della testata nelle mani di Umberto De Rose, lo stampatore protagonista della telefonata dell’Oragate, nella notte tra il 18 e il 19 febbraio, quando, non avendo tolto la notizia relativa all’indagine aperta sul figlio del senatore Gentile, per impedire l’uscita del giornale, fu “simulato” un blocco della rotativa che, secondo la perizia disposta dalla Procura di Cosenza, non è mai avvenuto. In questi quasi due mesi di occupazione, abbiamo con forza, sacrificio e determinazione difeso i diritti della libera informazione e la nostra dignità di persone e giornalisti di fronte a una serie continua di scorrettezze, impegni disattesi e gesti intollerabili da parte del liquidatore. In questa lotta abbiamo ricevuto il prezioso sostegno di alcune istituzioni, ma soprattutto quello della nostra comunità di lettori che ci ha spronato di continuo attraverso il blog cui abbiamo dato vita, “L’Ora siamo noi”, quando il liquidatore dispose ingiustamente l’oscuramento totale del sito. Per questo, abbiamo deciso di concentrare d’ora in avanti ogni nostro sforzo a ridare vita a una nostra testata, che prosegua l’impegno di una informazione “senza bavagli”, in grado di resistere alle prepotenze dei cinghiali e alla coltre di indifferenze e silenzi che grava sulla Calabria, permettendo soprusi come quelli che abbiamo subito. Stiamo lavorando alacremente a un progetto che richiede la massima concentrazione, eludendo tutta una serie di difficoltà e di ostacoli e l’occupazione non ci consentirebbe di dedicarci a questa impresa. La interrompiamo dunque, fiduciosi nella magistratura alla quale ci rivolgiamo, ancora una volta, perché faccia chiarezza su quanto abbiamo pubblicamente segnalato dal principio della liquidazione. Non si interrompe invece la nostra battaglia per i diritti della libera informazione e neppure la nostra attività sul blog (L’Ora siamo noi) seguito quotidianamente anche via Facebook da oltre 13 mila persone. Stiamo anzi mettendo a punto un nuovo sito (quello ripristinato dal liquidatore con curiosa “sincronia” proprio alla vigilia dell’accordo sulla cassa integrazione permette solo la consultazione dei vecchi articoli ma alcun aggiornamento), e serrando i tempi perché possa vedere presto la luce il nuovo giornale cartaceo, una sfida che sentiamo come importante per tutti i calabresi stanchi della palude stagnante provocata dai soliti potentati che, trasversalmente, condizionano ogni aspetto della vita politica, sociale ed economica nella nostra regione. Desidero ringraziare tutti coloro che ci hanno sostenuto con costanza durante l’occupazione, in modo particolare, Franco Siddi. Carlo Parisi e tutta la Federazione Nazionale della Stampa, il ministro Lanzetta, il sottosegretario all’editoria Lotti, il prefetto di Cosenza Tomao, Angela Napoli, l’onorevole Nesci e gli altri parlamentari del Movimento Cinque Stelle che ci sono stati vicini, il segretario regionale del Pd, Ernesto Magorno, l’onorevole Rosy Bindi e tutta la Commissione Parlamentare Antimafia, alla quale rinnovo la richiesta di aiutarci perché possa essere fatta chiarezza sulle vicende legate alla storia recente e passata dell’Ora della Calabria.

Luciano Regolo

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