Trapani, 92° anniversario omicidio sindaco Sebastiano Bonfiglio
Domani 10 giugno ricorrerà il 92° anniversario dell’omicidio del sindaco di Monte San Giuliano Sebastiano Bonfiglio. In coincidenza anche della presenza in provincia di un nutrito gruppo di rappresentanti della Coop Lombarda, che si stanno occupando della cura di terreni confiscati alla mafia, Libera Trapani e il coordinamento provinciale intendono ricordare Sebastiano Bonfiglio innanzi alla stele a lui dedicata nella frazione di San Marco, con una semplice iniziativa che si terrà martedì 10 giugno alle ore 17. A seguire presso i locali del Molino Excelsior si terrà un incontro tra gli ospiti lombardi e alcuni familiari di vittime delle mafie. All’incontro saranno presenti i sindaci di Valderice avv. Mino Spezia e di Erice Giacomo Tranchida.
Come ricorda il prof. Salvatore Costanza nel libro edito nel 1979 e dedicato a Sebastiano Bonfiglio, uomo socialista, alla testa delle lotte contadine, Bonfiglio diventato sindaco di Monte San Giuliano, avviò un azione di profondo rinnovamento del Comune, occupandosi dell’affitto di terreni demaniali, sostenendo le cooperative agricole e quella di San Marco, diede aiuto alle vittime della violenza fascista e sostenne i contadini nelle rivendicazioni di carattere economico. Fu lui poi il 23 gennaio 1921 a decidere lo spostamento del capoluogo di Monte San Giuliano dalla vetta ericina alla frazione di San Marco-Paparella, scelta parecchio controversa. Azione amministrativa comunque intensa, che seguiva ad anni e anni di impegno sociale: Costanza nel suo libro annota che l’impegno di Sebastiano Bonfiglio, spesso non compreso anche dai suoi stessi compagni di lotta, era quello non di assumere caratteri rivoluzionari che a suo dire avrebbero fatto scadere e vanificare il ruolo delle istituzioni ma semmai cercare convergenze per sottrarre le istituzioni al dilagante, già allora, clientelismo. Quando Sebastiano Bonfiglio fu ucciso aveva 43 anni. Il 10 giugno 1922 tornava a casa da una riunione di Giunta, un sicario nascosto dietro un muretto sparò due colpi di fucile uccidendolo. Mai si seppe chi sparò, si parlò di un delitto che sarebbe maturato nell’ambito del contrasto politico, mandanti che apparvero nella mente del prefetto di allora i capi dell’opposizione. Aggiunse a questo l’azione che Bonfiglio conduceva contro la mafia che lui aveva incontrato laddove erano più forti i conflitti agrari e a sostegno dei potenti latifondisti. In quel periodo tra Salemi, Castelvetrano, Paceco e nello steso agro ericino, molti furono i capi lega e dirigenti di cooperativa, uccisi dalla mafia, e Bonfiglio in un suo articolo, apparso sul giornale Falce e Martello, a ridosso del suo omicidio, aveva ricordato tutte queste vittime, scagliandosi contro i mafiosi, mandanti ed esecutori.
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