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Elezioni, migliaia di tweet ai candidati

di redazione il . Lazio

Recapitati nelle ultime 24 ore oltre 10mila tweet e messaggi di posta elettronica agli account dei partiti in corsa alle prossime elezioni. È la nuova iniziativa di Riparte il futuro, la campagna contro la corruzione di Libera e Gruppo Abele, per chiedere l’adesione di tutti i candidati che non hanno ancora pubblicato online cv, reddito, patrimonio, situazione giudiziaria ed eventuali conflitti di interesse per una candidatura trasparenza alla prossima tornata elettorale del 25 maggio. Di fronte allo scandalo Expo che ci fa ritornare alla Tangentopoli di 20 anni fa, la società civile non rimane a guardare e si mobilita in Italia e in Europa per dare una scossa alla classe politica. E a metterci la faccia, accanto ai cittadini e alle oltre 110mila firme raccolte in pochi giorni da Riparte il futuro per chiedere trasparenza delle candidature per europee e amministrative, arriva anche il mondo della cultura e dello spettacolo. Andrea Camilleri, Petros Márkaris, Carlo Lucarelli, Serena Dandini, Niccolò Fabi, Cecilia Strada, Ettore Scola, Bill Emmot, Fiorella Mannoia, Piotta e tra i gruppi: Elio e Le Storie Tese, Premiata Forneria Marconi, Perturbazione e Modena City Ramblers. E ancora: Oscar Farinetti, Nando Dalla Chiesa, Gad Lerner, Santo Della Volpe, Cinzia Poli, Paolo Hendel, Livio Pepino, Massimo Carlotto. Sono i primi firmatari dell’appello di Libera e del Gruppo Abele per chiedere la trasparenza di tutti i candidati in vista dell’Election Day del 25 maggio e impegni concreti – nei Comuni, nelle Regioni e all’Europarlamento – per combattere corruzione e crimine organizzato a tutti i livelli. In pochi giorni la campagna ha raccolto oltre 110mila firme e ha visto l’adesione di più di 250 candidati tra amministrative ed europee, in Italia ma anche dalla Bulgaria, dalla Spagna, da Germania, Francia, Grecia, Belgio e in tutti gli altri paesi che andranno al voto.

“Non basta. C’è ancora molto da fare e vogliamo che aderisca il maggior numero possibile di politici, dal più piccolo comune italiano al più lontano Paese europeo”, spiega Enrico Fontana, coordinatore nazionale di Libera. “Contro la corruzione non c’è più tempo da perdere e la politica non può più tirarsi indietro: la cronaca nazionale di queste ore ce lo dimostra ancora una volta”. Di fronte al recente scandalo Expo, all’annunciato impegno del Governo e alla ricalendarizzazione del disegno di legge anticorruzione in Parlamento, Libera lancia l’agenda di Riparte il futuro: interventi necessari al fine di ottenere una legislazione efficace e in linea con gli standard comunitari. In primis bisogna agire contro tutti quei “reati civetta” che permettono la corruzione, che devono essere considerati contro l’ordine economico (e non solo contro il patrimonio, come oggi): normare adeguatamente, garantendone un’efficace applicazione, il reato di riciclaggio e autoriciclaggio, i reati societari e fiscali, il falso in bilancio, il traffico di influenze e rafforzare la lotta all’evasione fiscale.

Deve essere chiaro che la corruzione distrugge il sistema economico e crea un’economia falsata che penalizza il talento imprenditoriale a vantaggio di chi intesse relazioni opache con politici e funzionari corrotti, lasciando gli onesti ai margini del sistema. “Il danno causato dalla corruzione negli appalti dell’Expo, ad esempio, è enorme anche in termini d’immagine del Paese”, denunciano Libera e Gruppo Abele “perché si allontanano gli investimenti stranieri e si perde una grande opportunità di sviluppo”. Inoltre bisogna agire sulla prevenzione della corruzione e non arrivare quando è troppo tardi, attraverso la trasparenza massima degli appalti, insieme a un controllo capillare e diffuso da parte della società civile e di un’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) forte e in grado di monitorare e sanzionare. Tutelare i beni e servizi strategici con un surplus di attenzione e trasparenza: in primis sanità, edilizia, ambiente e gestione di rifiuti. Cambiare la cultura italiana, e anche europea, spezzando il consenso di cui gode la pratica corruttiva e tutelando gli onesti. L’ultimo report della Commissione Europea sulla corruzione (2014) riporta che oltre un quarto dei cittadini comunitari ritengono accettabile pagare per ottenere un bene o un servizio che sarebbe dovuto. Occorre rompere il muro dell’omertà, approvando una normativa a livello europeo sul whistleblowing, ovvero sulla tutela di coloro che decidono di denunciare gli episodi di corruzione di cui sono testimoni.

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