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Expo, Cantone: più poteri e più uomini

di Antonio Maria Mira il . Senza categoria

«Ho chiesto a Renzi più poteri e uomini di qualità. Mi ha detto di sì, e mi ha promesso che lo farà in tempi brevi. Su quali saranno questi poteri siamo ancora in alto mare. Ma sono ottimista». È il bilancio positivo (con quel distinguo) di Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità anticorruzione chiamato al capezzale dell’Expo, al termine di una lunga e faticosa giornata. La mattina a Milano col premier, gli incontri all’Expo e col mondo dell’impresa. Poi al lavoro a Roma nella sede dell’authority fino a tardi, «perché sul tema della corruzione non c’è solo Milano…». Con l’intermezzo di un lungo incontro con alcuni parlamentari del M5S della commissione Giustizia. E questo proprio nel giorno in cui Grillo, anche lui a Milano, lo ha attaccato pesantemente accusandolo di non essersi accorto di quello che accadeva all’Expo. «La verità – replica l’ex pm anticamorra – è che Grillo non sa cosa sia l’Autorità anticorruzione. E oltretutto io ho preso servizio il 28 aprile…».

E i parlamentari grillini cosa le hanno detto? La appoggiano? Non mi sembra abbiano una linea molto chiara. Comunque mi hanno sempre dato credito nel passato. E penso che lo faranno ancora. Ma ora è campagna elettorale e conta altro…

Torniamo a Milano. Come è andata? È andata bene. Le riunioni sono state positive e non c’è stata nessuna controindicazione al fatto che ci possano essere dei controlli esterni.
Dunque c’è l’okay a darle più poteri? Questo c’è ma sull’individuazione di questi poteri, lo ripeto, siamo ancora in alto mare. Deve essere il governo a deciderlo. Poi c’è anche la questione degli uomini. Non è una questione di quantità ma di qualità. Servono persone in grado di scoprire i rischi. Non siamo la magistratura, noi dobbiamo operare prima che siano commessi i reati, mettendo in campo tutte le misure preventive possibili. E per ottenere il massimo di trasparenza. Intanto però sono ancora in attesa degli altri quattro membri dell’Autorità. Per ora sono solo…
Insomma dottore Cantone lei ci sta…
È una sfida da raccogliere. Mi è stata chiesta la disponibilità, io l’ho data. Ora manca l’investitura ufficiale. Però il fatto che il premier mi abbia portato a Milano dimostra la sua volontà. Non ho nessuna ragione per pensare che non sia volontà vera. Anzi non lo penso proprio. Abbiamo viaggiato insieme, ha ascoltato le mie richieste e ha detto di sì.
Avanti con l’Expo come dice Renzi? Lei è d’accordo e Grillo l’ha attaccata.
Sapevo che potevo essere oggetto di critiche ma la ragione di scendere in campo è proprio per evitare che l’Expo possa diventare uno dei più grandi disastri per l’Italia e non per problemi tecnici o economici ma per la corruzione. Dovremmo essere tutti dalla stessa parte. Altrimenti cosa resterebbe se l’Expo non si facesse? Solo degli scheletri incompiuti. Anche a Roma ci sono scheletri, come le piscine che vedo quando vengo da Giugliano, ma almeno i Mondiali di nuoto sono stati fatti.
Corruzione, tangenti, personaggi della tengentopoli del ’92. E tutto uguale?
No. Sono convinto che il fenomeno sia diverso. Mi sembra evidentissima la subalternità della politica rispetto ad interessi che usano la politica.
E le imprese sono vittime?
Direi di no. C’è sempre meno differenza tra corrotti e corruttori. E ci sono sempre più interessi comuni tra faccendieri, pubblici funzionari e imprenditori.
Ha visto che anche il governatore lombardo Maroni parla bene di lei. Un leghista. Da napoletano è soddisfatto?
Beh, una certa soddisfazione l’ho provata. È la dimostrazione che Napoli non è solo quello che fanno vedere nelle fiction. Ma non mi piace fare campanilismo: io mi sento italiano.

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