Umbria e droga, Ciotti: “Dossier coraggioso”
“Una ricerca trasparente e coraggiosa”. Così il presidente di Libera e Gruppo Abele, Don Luigi Ciotti, ha commentato questa mattina i contenuti del dossier “La droga in Umbria” nato dalla collaborazione fra Libera e la Regione Umbria. Negli ultimi anni la regione Umbria e in particolare la città di Perugia sono state caratterizzate da un numero consistente di morti per overdose, a cui si è associata la rilevazione di livelli significativi di consumo delle sostanze stupefacenti, oltre che da un elevato numero di operazioni di polizia ed arresti per droga. Questi dati hanno sollevato in un recente passato una forte attenzione mediatica, anche di livello nazionale, che ha ulteriormente innalzato il grado di allarme sociale sul territorio. Con l’intenzione di avviare un percorso di analisi approfondita del fenomeno e con un approccio multisettoriale, la Regione Umbria ha chiesto all’associazione Libera di curare un dossier sul “fenomeno droga” in Umbria. L’idea è stata quella di mettere insieme una serie di competenze, giornalistiche, sociologiche, giuridiche e sanitarie, per costruire una base di analisi, che possa in futuro essere arricchita e ampliata da nuovi studi e nuove competenze.
A presentare il lavoro il presidente di Libera, Don Luigi Ciotti, la presidente della Regione, Catiuscia Marini, il sindaco di Perugia Wladimiro Boccali, il prefetto di Perugia Antonio Reppucci, Fabrizio Ricci, curatore del dossier, giornalista e referente del presidio di Libera, Marcello Catanelli, già dirigente della programmazione socio-sanitaria della Regione Umbria. “Un rapporto onesto e trasparente”, lo ha definito don Luigi Ciotti nel suo intervento. “Abbiamo bisogno del coraggio della lucidità – ha spiegato il presidente di Libera – e non dobbiamo avere paura delle verità anche quando sono scomode”. Ciotti ha poi affrontato il tema del narcotraffico internazionale ed italiano rimarcando il ruolo centrale delle organizzazioni mafiose e chiedendo che vengano aperti gli “archivi di Vienna” che custodiscono gli studi realizzati da alcuni consulenti dell’Onu sul fenomeno, studi rimasti sotto chiave – ha detto Ciotti – “perché vanno a toccare gli interessi di alcuni paesi europei”. Il presidente di Libera ha poi denunciato l’agonia del sociale e dei servizi per le dipendenze, rimarcando la mancanza di risorse economiche, di personale e la disattenzione della politica. “C’è stato in Italia un periodo in cui sul tema droga si è detto tutto e il contrario di tutto, come oggi si fa con la legalità – ha concluso don Ciotti – poi però è calato un silenzio che ancora oggi si fa fatica a rompere”.
Nel suo saluto introduttivo il sindaco di Perugia,Wladimiro Boccali, ha sottolineato la necessità di una analisi che a partire da questo dossier affronti il problema nella sua complessità, puntando anche ad un rilancio e una intensificazione dei servizi ma non cedendo a semplificazioni. Boccali ha anche tenuto a ribadire che, nell’affrontare il problema droga e più in generale quello della sicurezza, i sindaci «si muovono all’interno di una normativa nazionale che, al momento, per quanto riguarda la lotta alle tossicodipendenze, è caratterizzata da una certa confusione». La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, ha ribadito l’importanza di una risposta al fenomeno delle tossicodipendenze che non sia più “soltanto penale” ma che torni ad essere una risposta “sociale”, sottolineando i punti di forza che in questi anni hanno contraddistinto il sistema umbro. Questo documento – dichiara la Marini – è una “lettura oggettiva e obiettiva” del problema droghe in Umbria. Escludendo «qualsiasi intento di giustificazione del fenomeno», la governatrice Marini ha parlato del dossier come di una “lettura oggettiva e obiettiva” del problema droga in Umbria, «un lavoro approfondito – ha ribadito – che mette insieme non soltanto i contributi delle istituzioni, delle forze dell’ordine e di altri soggetti interessati, ma anche la descrizione dei dati attinenti al fenomeno ed il suo racconto giornalistico». Marcello Cantanella, ideatore e promotore del progetto di dossier e già responsabile della programmazione socio sanitaria per la Regione Umbria, ha portato alla luce i dati scientifici, il criterio di rilevazione e la comparazione con i metodi di rilevazione nazionale che in questi anni hanno permesso di tracciare le dimensioni della tossicodipendenza a livello regionale. E’ stato poi Fabrizio Ricci, giornalista e curatore del dossier (con la collaborazione del collega Matteo Tacconi) ad entrare nel cuore del lavoro, raccontando la metodologia, le fonti utilizzate, i numeri emersi dall’analisi del monitoraggio e le tante testimonianze raccolte, soprattutto fra chi da anni si occupa di contrastare il fenomeno e di fornire servizi alle persone tossicodipendenze. Nel suo intervento il giornalista ha voluto sottolineare come questo lavoro “sia solo l’inizio di una riflessione su questo fenomeno, un cantiere aperto di lavoro, un laboratorio, un punto di partenza non certo di arrivo”.
LUIGI CIOTTI – L’intervista
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Il dossier, aperto da una prefazione di Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera, è articolato in cinque parti: si va dall’analisi dell’aspetto più doloroso del fenomeno, quello delle morti per overdose, sino alla cronistoria di alcune tra le più significative operazioni antidroga svolte nel corso degli ultimi anni, dalle riflessioni di studiosi dell’Università di Perugia, due focus group sulla città di Perugia con alcune associazioni giovanili e di quartiere del capoluogo, ad una prima panoramica sul versante degli strumenti e delle strategie di risposta. Un passaggio interessante riguarda la normativa sulle droghe e la risposta sotto il profilo sociosanitario nei confronti delle tossicodipendenze messa in atto in Umbria.
Per scaricare il dossier “La droga in Umbria” clicca qui
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