Bologna, al via il processo “Black Monkey”
Si è aperto lo scorso 28 marzo al Tribunale di Bologna il processo “Black Monkey”, che vede imputate 23 persone considerate dai magistrati della Dda membri di un sistema criminale con ramificazioni internazionali che aveva aperto società di gestione di gioco d’azzardo on line illegale e un traffico – in Emilia Romagna e in altri parti d’Italia – di slot machine truccate per celare al fisco l’ammontare reale delle giocate.
Nella gabbia degli imputati, stamattina, c’era solo Nicola “Rocco” Femia, ritenuto dai magistrati antimafia bolognesi vicino a ‘ndrine calabresi e a capo dell’organizzazione. Femia, come pure i figli Rocco Maria Nicola e Guendalina – entrambi presenti in aula – è tra i 13 imputati del processo accusati di associazione mafiosa. Proprio per questo, per assistere a quello che certamente è il più importante procedimento giudiziario per 416bis mai istruito in regione, insieme ai rappresentanti di Libera si sono presentati all’udienza circa un centinaio di studenti delle scuole di Modena, Sassuolo e Bologna, in segno di solidarietà alle vittime e di attenzione civile rispetto alle presenze dei clan in Emilia-Romagna.
Doveva essere solo un’udienza “tecnica”, quella presieduta stamane da Grazia Nart, ma dopo aver vagliato la correttezza delle notifiche di rinvio a giudizio per gli imputati il giudice ha ricevuto alcune richieste di costituzione di parte civile che hanno ancor maggiormente sottolineato l’importanza senza precedenti del dibattimento. Le richieste che la corte dovrà vagliare riguardano la presidenza del Consiglio dei ministri, i ministeri dell’Interno e di Giustizia, Sistema Gioco Italia (federazione dell’industria del gioco e dell’intrattenimento aderente a Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici), la Provincia di Modena e il Comune di Massa Lombarda. Richieste che vanno ad aggiungersi alle altrettanto emblematiche e rilevanti già accolte nelle udienze preliminari del processo, come quelle della Regione Emilia-Romagna, dell’Ordine nazionale dei giornalisti, di Sos Impresa Confesercenti. L’eventuale accoglimento di queste ultime richieste, che sarà deciso nella prossima udienza del 29 aprile, potrebbe proiettare il processo in una più vasta attenzione di rilevanza nazionale.
Federico Lacche per Libera Radio
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