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Su Raiuno la fiction dedicata a Don Diana. Tarantola: “In Tv proporre modelli educativi”

di redazione il . Lazio

«Era un prete – senza aggettivi. Don Peppino Diana. E  faceva il suo dovere, così come dovremmo dire di tanti altri che sono stati uccisi dalle mafie». Cosi la presidente della Commissione antimafia, Rosy Bindi ha ricordato a vent’anni dalla sua morte il parroco di Casal di Principe ucciso dalla camorra il 19 marzo del 1994. L’occasione è stata la presentazione dell’anteprima a Roma nella Nuova Aula dei Gruppi Parlamentari alla Camera di “In nome del mio popolo”, fiction Rai prodotta dall’Aurora Film di Gianandrea Pecorelli, in onda in prima serata stasera e domani su Rai1. La presidente della Commissione antimafia ha ricordato il documento-omelia di Don Diana che «chiedeva alla Chiesa di avere il coraggio di sporcarsi le mani». «Tanto è cambiato da allora – ha aggiunto la Bindi – ma la politica non ha ancora dimostrato piena volontà e fermezza contro le mafie».

Il film diretto da Antonio Frazzi e interpretato fra gli altri da Alessandro Preziosi, racconta la storia di Don Giuseppe Diana, il prete ucciso dalla camorra a Casal di Principe il 19 marzo di venti anni fa per aver sfidato apertamente  i boss della camorra. La fiction, il cui titolo si ispira all’omelia del 24 dicembre 1991 di Don Diana,  fa conoscere al grande pubblico  la sua figura, il suo impegno per la legalità, per l’educazione dei giovani, per il riscatto della propria terra. Un calorosissimo applauso ha accolto la fine della proiezione, alla quale hanno assistito una scuola di Casal di Principe e due scuole romane.  Una occasione che ha dato modo alla presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, visibilemente emozionata, di tornare su un punto centrale nella lotta alle mafie: la formazione. La presidente ha sottolineato il ruolo che la televisione e i mass media devono giocare in questa delicata partita della formazione delle nuove generazioni e di una opinione pubblica consapevole. «C’è bisogno di ripensare modelli educativi nei media, trovare il coraggio per tornare a proporre quelli giusti, per il rispetto di noi stessi e di tutti quelli che ci circondano».  «La Rai – spiega la Tarantola – sta cercando di assolvere a questo compito con un impegno sempre maggiore: dall’informazione su questi temi, agli spazi di approfondimento (la presidente cita “Lezioni di mafia” e il prossimo  “Diario civile”, fra i tanti in programmazione quest’anno)». E poi un passaggio diretto all’altro ventennale ferita aperta nel cuore della Rai: quello del duplice delitto della giornalista Rai Ilaria Alpi  e dell’operatore Miran Hrovatin, uccisi a Mogadiscio il 20 marzo del 1994 – e che insieme a Don Diana, la Tarantola definisce “modelli di straordinaria passione civile”.

«E’ un film che mi ha lasciato una profonda emozione – ha affermato Raffaele Cantone, il magistrato da poco a capo dell’Autorità Nazionale Anticorruzione – restituisce un’immagine autentica di Don Diana. E’ un servizio importante reso al paese per far conoscere di più la sua figura. Oggi siamo molto più avanti rispetto a venti anni fa, la  lotta alla criminalità nel tempo si è fatta più asfissiante e sono stati ottenuti risultati fondamentali. Ma c’è bisogno ancora d’altro, c’è ancora un silenzio d’indifferenza o peggio di complicità. Una parte della società civile ritiene ancora che la camorra sia una parte integrante della società. In Campania non servono i carrarmati, come è stato fatto per il piano Caserta. Il banco di prova, prossimamente, sarà la credibilità della politica. Dopo la bolla mediatica su ” la Terra dei Fuochi” serve  l’arrivo di bonifiche e atti concreti». «Una morte – quella di Don Peppino Diana, uomo e prete – ha commentato  Don Tonino Palmese di Libera Campania – che ha lasciato dei frutti in quella terra, che continuano oggi a vivere».  «Compassione e credibilità – due valori che l’esempio di Don Diana porta al tavolo della politica ancora oggi. Il prete ucciso a Casal di Principe è testimonianza autentica: è un martire». Don Palmese ricorda la frase di Don Tonino Bello, citata in una scena della fiction “Dio non mi interessa sapere se esisti, mi interessa sapere da che parte stai” – per ricordare ai giovani in sala che “si può vivere senza sapere perché ma non senza sapere per chi”.

Un lungo e intenso applauso è stato dedicato in aula all’anteprima della fiction e una standing ovatin ha stretto in un forte abbraccio anche quanti si sono impegnati per portare sugli schermi “una fiction che aiuta a capire meglio lo straorindario messaggio di Don Diana” – come l’ha definita la presidente dell’Antimafia, Rosy Bindi. L’appuntamento è  a questa sera su Raiuno.

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