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Don Cesare Boschin e i veleni dell’ecomafia

di Rossella Muroni* il . Lazio

di Rossella Muroni* /// — Mentre l’Italia entra nel settimo anno di crisi economica, il volume di affari delle Ecomafie continua a salire. Un’economia che continua a costruire case abusive mentre il mercato immobiliare legale tracolla. Con imprese illegali che vedono crescere fatturati ed export, quando quelle che rispettano le leggi sono costrette a chiudere i battenti. Un’economia che si regge sull’intreccio tra imprenditori senza scrupoli, politici conniventi, funzionari pubblici infedeli, professionisti senza etica e veri boss, e che opera attraverso il dumping ambientale, la falsificazione di fatture e bilanci, l’evasione fiscale e il riciclaggio, la corruzione, il voto di scambio e la spartizione degli appalti. Semplicemente perché conviene e, tutto sommato, si corrono pochi rischi. Ogni anno nel nostro Paese si consumano oltre 30mila reati contro l’ambiente: dalle discariche abusive alle cave illegali, dall’inquinamento dell’aria agli scarichi fuorilegge nei corsi d’acqua. E la provincia del Lazio con il litorale più esteso e ricco di zone a tutela ambientale, rimane una delle province preferite dagli ecomafiosi. In questo territorio nella lotta all’ecomafia il nostro punto Don Cesare Boschin e i veleni dell’ecomafia  di riferimento resta Don Cesare Boschin, parroco della parrocchia di Borgo Montello ucciso nella sua canonica nel 1995 perchè aveva denunciato il traffico notturno e illegale di rifiuti e di droga che interessava la relativa discarica.

Qui, tra Latina, Sabaudia e San Felice Circeo, le cosche mafiose sono ormai ben radicate e strutturate sul territorio e da anni concentrano i loro affari d’oro legati al ciclo illegale del cemento, dei rifi uti e delle agromafie, causando gravi conseguenze all’ambiente e alla salute dei cittadini. Una situazione allarmante confermata anche dall’ultimo Rapporto Ecomafia 2013 di Legambiente, secondo il quale la provincia di Latina si colloca al 9° posto nella classifica delle province italiane per reati ambientali. Le infrazioni accertate nel capoluogo pontino nel 2012 sono state 744, il 2,2% del totale nazionale. A ciò si aggiunge la pesante vicenda della discarica di Borgo Montello anche alla luce delle dichiarazioni desecretate, in questi giorni, del boss Carmine Schiavone sui veleni e le scorie del clan dei Casalesi. Nel Lazio, invece, nel 2012 sono state accertate 2.800 infrazioni, ossia l’8,2% del totale nazionale, pari a 7,7 illegalità al giorno, con un aumento di 463 infrazioni accertate rispetto al 2011. Si tratta quasi sempre di reati che vengono sanzionati in maniera assolutamente ineffi cace e con tempi di prescrizione estremamente rapidi. Da oltre vent’anni Legambiente chiede l’introduzione dei delitti contro l’ambiente nel Codice penale, come previsto anche dalla lettera e dalla sostanza della direttiva comunitaria del 2008, formalmente recepita ma di fatto fi nora disattesa dal nostro Paese. La verità è che fino a oggi, nel nostro Paese, è stata consentita la sistematica devastazione del territorio e degli ecosistemi, grazie a una legislazione penale ambientale sostanzialmente contravvenzionale, senza alcuna capacità deterrente e con la garanzia di immunità per i responsabili. Nell’ultimo periodo è tornato in aula un Disegno di legge sui reati ambientali.

Lo aspettavamo da anni, troppi e fi nalmente l’Italia potrebbe dotarsi di quella che Legambiente non ha esitato a defi nire una riforma di civiltà! Un’occasione unica per riaffermare quel ruolo di tutela e di garanzia della giustizia che lo Stato deve rappresentare davanti ai suoi cittadini. Peccato che allo stesso tempo il Senato abbia celermente approvato un disegno di legge – il Ddl Falanga – recante “Disposizioni in materia di criteri di priorità per l’esecuzione di procedure di demolizioni di manufatti abusivi”: un furbo tentativo di giungere ad una sanatoria di fatto degli abusi edilizi. Insomma se con il Disegno sui reati ambientali lo Stato, il Governo provano finalmente a dire “In Italia chi inquina paga”, il disegno di legge sugli abusi edilizi approvato in Senato dimostra che la battaglia è ancora lungi dall’essere vinta.

*Rossella Muroni è direttrice nazionale Legambiente

Fonte: La Via Libera – Speciale 22 marzo – Scarica qui il Periodico di approfondimento di Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie

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