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Trattativa Stato-mafia, il collaboratore Di Carlo: “Cosa nostra in contatto con tutti”

Fonte: Ansa il . Brevi

«Cosa nostra è abituata ad avere rapporti con tutti, perchè altrimenti non si può controllare tutto». Così il collaboratore di giustizia, Franco Di Carlo, interrogato dal pm Nino Di Matteo al processo Stato-mafia, ha spiegato i rapporti della mafia con esercito, carabinieri e servizi segreti. Di Carlo sta parlando dei «processi aggiustati». «Negli anni ’70-’80 – ha detto – mi interessavo io grazie alle mie conoscenze, ma non ho mai detto a Riina chi fossero i nostri contatti. Avevo un colonnello dell’esercito che era stato per tanti anni alla presidenza del Consiglio, si chiamava forse Cirrincione o Perricone. Poi avevo conosciuto l’ufficiale Vito Miceli (ex direttore del Sid), tramite lui conobbi Giuseppe Santovito (ex direttore del Sismi). I militari per noi non sono sbirri, ne abbiamo avuto in Cosa nostra o parenti di affiliati». Prima dell’inizio dell’esame del teste, il difensore di Marcello Dell’Utri, Giuseppe Di Peri, aveva chiesto di differire la deposizione del collaboratore Franco Di Carlo per dare il tempo alle difese di analizzare il verbale di interrogatorio del pentito reso nel 1998 al processo Borsellino-ter e depositato ieri dai pm. La Corte ha però deciso di rimandare ad altra udienza solo il controesame. Inoltre, l’avvocato di Salvatore Riina, Luca Cianferoni, ha chiesto di poter depositare il dispositivo della sentenza con cui la Corte d’assise d’appello ha assolto il boss dall’accusa di essere il mandante dell’omicidio del giornalista Mauro De Mauro. Il dibattimento era stato riaperto in Appello proprio per risentire il pentito Di Carlo. I pm non si sono opposti.

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