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Governo e lotta alla mafia: intensificare 41bis, introdurre reato di auto riciclaggio e rendere efficace confisca dei beni ai boss

di redazione il . Lazio

“Nel giro di qualche settimana ci saranno uno o due provvedimenti normativi, partendo dalle proposte di una commissione composta da magistrati antimafia come Raffaele Cantone e Nicola Gratteri, economisti di Bankitalia, e docenti universitari, e guidata dal segretario generale della presidenza del Consiglio, Roberto Garofali”. Ad assicurarlo ieri, durante la presentazione delle nuove linee guida per “una moderna” lotta alla mafia, il  sottosegretario Filippo Patroni Griffi.

La lotta “senza quartiere” alla mafia sarà un punto qualificante del programma di governo per 2014, chiarisce subito il premier Enrico Letta. Ed e’ la prima volta dall’avvio di questo governo di larghe intese che i riflettori si accendono sulla battaglia ai clan. Un team di esperti era stato convocato mesi fa direttamente dal Governo e quelle presentate dalla presidenza del Consiglio sono, dunque, le nuove indicazioni d’azione per contrastare l’avanzata dei boss nel Paese. Secondo il documento presentato ieri e consultabile sul portale www.governo.it i ricavi delle mafie nel nostro  si assestano attualmente intorno all’1,7 per cento del Pil italiano, variando – a seconda delle metodologie seguite – da un minimo di 18 miliardi a un massimo di 34 miliardi di euro. Cosi’  la Commissione si è soffermata “sulle misure che aggrediscano i patrimoni delle mafie e sulla gestione dei patrimoni confiscati”, e ha avanzato una serie si proposte per “incidere sui legami tra mafie ed economia, e tra mafia ed istituzioni pubbliche”.

Una serie di indicazioni che, ha garantito Letta, “nei prossimi giorni diventeranno azioni di governo. Dare un segnale molto forte nel contrasto alla criminalità è un fatto fondamentale, non solo per una questione di etica, ma anche per rendere più competitivo il paese”. La tensione e’ alta soprattutto dopo i comandi di “morte” del vecchio boss Corleonese, Totò Riina, che intercettato in carcere con un mafioso pugliese, Alessandro Lorusso, ha esternato chiari propositi stragisti nei confronti del pm Antonino Di Matteo, insieme ad altri magistrati, titolare del processo sulla trattativa Stato -mafia.

Anche per questo sul piano della “repressione personale” la Commissione punta a rafforzare il regime carcerario del 41 bis, quello dal quale Riina continua a far sentire la sua voce, attraverso “l’assoluto isolamento”. Per quanto riguarda il voto di scambio la Commissione chiede di rivederlo “in particolare laddove circoscrive la condotta del politico alla sola erogazione di denaro, a fronte della promessa di voti proveniente dall’associazione di stampo mafioso”.

 

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