NEWS

Calcio, mafie puntano su campionati minori

di Daniele Poto il . Senza categoria

Nella maxi inchiesta sul clan Contini, corruzione e attività illecite anche nel mondo dello sport // – Più si scende in basso nella piramide nel calcio, più è facile addomesticare le partite. Lontani dalle luci dei riflettori, protetti da un giornalismo spesso distratto e dallo zoccolo duro di una tifoseria protettiva e, a volte omertosa, i club di Lega Pro sono un target invitante, in una provincia sportiva italiana in cui può succedere di tutto. Il caso di cronaca che ci rimbalza l’ennesima emergenza viene disvelato ancora una volta dalla magistratura che ha tempi lunghi ma sicuri e si dimostra, ancora una volta, infinitamente più affidabile della giustizia sportiva.

Le indagini svolte dai Carabinieri di Roma, all’interno dell’inchiesta che ieri ha portato all’arresto di 90 persone in tutta Italia e numerosi sequestri di beni alla camorra in tre diverse regioni,  hanno acclarato l’attività illecita svolta dalla famiglia Righi per truccare l’esito del match del Gallipoli con il Real Marcianise nella stagione 2008-2009, un torneo particolarmente sconvolto dalla recrudescenza del match fixing. La Direzione nazionale antimafia ha accertato che Salvatore e Ivano Righi, Giuseppe Giannini e Luigi Dimitri (questi ultimi due rispettivamente allenatore e direttore sportivo della squadra pugliese) si adoperarono per consegnare 50.000 euro ad alcuni giocatori del Marcianise per consentire il successo del Gallipoli. Che puntualmente arrivò con un apparentemente problematico 3-2. Da quel risultato maturò la promozione in serie B. Un fatto storico per il club pugliese che in seguito pagherà caro questo salto di qualità con una sorta di dissoluzione agonistica. Rimarchevole che tutti i soggetti coinvolti nella vicenda siano indagati per il reato di frode sportiva con l’aggravante della finalità mafiosa. L’accertamento mette in crisi la credibilità del calcio, duramente intaccata da epidemie di corruzione con i giocatori, di vario nome, sempre al centro della manipolazione. Con questa scoperta, cinque anni dopo, come si fa a sanzionare squadre e soggetti, impunemente in circolazione nella loro attività (Giannini ora allena all’estero…) ?

Calcio malato ma non solo calcio. Vorremo mettere in relazione questo ennesimo scandalo con alcuni dati che ci provengono dalla Confindustria del gioco e che dimostrano come la Puglia sia un terreno particolarmente vulnerabile alla voce “scommesse sportive”. Sembra che si giochi anche sulla serie D, come espressamente vietato dai regolamenti secondo le leggi non scritte di un mercato illegale particolarmente sviluppato. In Puglia risultano autorizzati 723 punti vendita per la raccolta delle scommesse (22% rispetto a giugno del 2013, per un totale di 133 nuovi negozi). Tale incremento, reso possibile a seguito dell’assegnazione delle nuove concessioni a partire da luglio 2013, è imputabile in massima parte anche all’azione dei concessionari indirizzata a sottrarre offerta alla rete illegale . Ma “parallelamente risulta in costante crescita anche il numero di punti privi di autorizzazione: sulla base dei dati raccolti nel corso degli ultimi mesi del 2013, infatti, è stato possibile costruire un database con 924 negozi illegali, numero che, molto probabilmente, sottostima il complesso mondo dell’irregolarità caratterizzante la rete distributiva delle scommesse in Puglia”.

Il rapporto economico tra legalità e illegalità è sconcertante. Ma del resto non c’è troppo da stupirsi. Se lo Stato ha incassato 8,5 miliardi da una movimentazione di gioco di 85 miliardi nel 2013 (il 10%) le mafie hanno speculato per una cifra almeno doppia mettendo sul piatto grandi investimenti, una capacità informatica superiore. E la Guardia di Finanza nel proprio rendiconto mostra, con l’evidenza delle cifre che, dove si va a trovare l’ipotesi di reato, questa viene puntualmente confermata dalle ispezioni. Nel 2013 sono stati fatti 9.300 e controlli e riscontrate 3.500 irregolarità, una percentuale altissima che parla da sola.

 

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link