L’India contro la corruzione
Qualcuno ricorderà la figura di Anna Hazare, l’attivista che per due anni aveva fatto pubblici digiuni e tenuto comizi nella capitale per protestare contro la corruzione dilagante in India. Ebbene quella protesta comincia a dare i primi risultati. Il nuovo primo ministro dello Stato di New Delhi, Arvind Kejriwal ha istituito un numero verde cui è possibile rivolgersi per denunciare casi di corruzione da parte di pubblici funzionari.
Nelle prime sette ore di funzionamento del numero le linee sono rimaste intasate e sono state registrate 3904 telefonate. Da quelle parti è costume chiedere una tangente anche per produrre una patente di guida, un certificato di matrimonio o di morte. Inoltre sono stati presi d’assalto i negozi che vendono apparecchiature di registrazione audio-video perché d’ora in poi saranno considerate prove valide le registrazioni di richieste di denaro in maniera illecita.
Se è vero che si corre il rischio di scatenare una sorta di caccia alle streghe, dall’altra parte proprio questo genere di iniziative riesce a responsabilizzare i cittadini e va incontro all’esigenza di chi vuole provare a vivere in un Paese che riconosce e difende i diritti più elementari. Chissà che non sia una lezione anche per noi qui in Italia che non possiamo certo dirci indenni da questo male endemico.
[Tonio Dell’Olio per Mosaico dei giorni]
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