NEWS

Un inedito padrino Francesco Bidognetti chiede scusa a Saviano e Capacchione

di Arnaldo Capezzuto il . Campania

“Se Saviano si è sentito offeso o minacciato gli chiedo scusa”. Parla così – collegato in video conferenza – il boss Francesco Bidognetti detto Cicciotto ‘e mezzanotte durante una nuova udienza che lo vede imputato insieme all’altro boss Antonio Iovine ‘o ninnillo imputato insieme ai loro avvocati Michele Santonastaso e Carmine D’Aniello per le minacce rivolte all’autore di Gomorra e alla cronista de “Il Mattino” e attuale senatrice Pd Rosaria Capocchione. I boss del clan dei Casalesi hanno risposto alle domande del pm della Dda Antonello Ardituro. Entrambi gli esponenti dei Casalesi, detenuti in regime di carcere duro, hanno respinto le accuse, ma con toni e argomenti che sono apparsi molto diversi. “Se Saviano si è sentito offeso o minacciato gli chiedo scusa”, ha detto un inedito Bidognetti precisando comunque di non aver partecipato alla stesura dell’istanza che lesse in aula l’avvocato Santonastaso nel 2008 per chiedere il trasferimento in un’altra sede del processo di appello “Spartacus” dove alla sbarra c’erano numerosi boss e gregari dei Casalesi. Un testo pesante che conteneva espressioni minacciose nei confronti di Saviano, Capacchione e alcuni magistrati antimafia. “Non ho mai minacciato né Saviano né Capacchione e non ho mai avuto nulla contro i giornalisti”, ha spiegato Cicciotto ‘e mezzanotte con un tono che ha sorpreso non poco. Il boss Bidognetti da quando è detenuto – dal 1993 in regime di 41 bis – ha mostrato sempre un atteggiamento da duro. Non ha mai deposto né mostrato un comportamento di disponibilità nel rispondere ai magistrati. E’ la prima volta – insomma – che il capo della fazione interna dei Casalesi rilascia delle dichiarazioni e si presenta ad un interrogatorio in tribunale. Il padrino nel corso dell’udienza ha spiegato che lui “non è un camorrista” e inoltre di aver letto alcune pagine di “Gomorra” e di voler contestare un passaggio nel libro. In particolare riferendosi all’autore ha sottolineato: “Ha scritto che sono uno degli artefici dell’omicidio di Bardellino ma io non sono mai stato imputato per questo delitto”.

Dell’istanza di remissione del processo, ha spiegato di aver appreso dell’iniziativa dei legali soltanto mentre il legale Santonastaso la stava illustrando in aula e di non avere alcuna responsabilità in quanto si trattava di un fatto tecnico sul quale non aveva alcuna competenza. Forse o meglio quasi sicuramente dietro il basso profilo dei boss si nasconde una strategia di accollare tutte le responsabilità delle minacce ai loro due ex legali. Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’interrogatorio di Iovine, dove il boss a differenza di Bidognetti ha dichiarato di non avere intenzione di chiedere scusa a Saviano e Capacchione per il semplice motivo di non avere avuto nulla a che fare con l’istanza al centro del processo. Ed ha sottolineato che all’epoca dei fatti era latitante. Nelle udienze precedenti era stato ascoltato anche lo scrittore Roberto Saviano come persona offesa che è anche parte civile. Aveva detto in una deposizione-sfogo: “Ho la sensazione di essere un reduce dopo una battaglia. I rapporti con i miei familiari sono diventati complicati. Il progressivo aumento della scorta rende difficilissima la vita quotidiana. Non ce la faccio più ed ho chiesto ad un ufficiale dei carabinieri di togliermi la scorta, mi hanno risposto: ‘non ci pensare nemmeno”. E poi l’auspicio: “Immagino che la mia vita possa essere libera solo all’estero, in Paesi che possano darmi un’altra identità, così che possa permettermi una vita nuova che cominci da zero”. Prima ancora dell’autore di Gomorra aveva testimoniato la giornalista e senatrice del Pd Rosaria Capacchione.

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link