Parte civile contro i boss a Catanzaro
Una piccola grande vittoria ieri al tribunale di Catanzaro: la Fondazione antiusura “Interesse uomo” ha ottenuto la costituzione parte civile al processo per usura ai danni del clan Tropea. Un lavoro importante messo a punto da un team di avvocati che porta in aula, in questo primo processo ai boss, la società civile e non lascia da solo chi ha avuto il coraggio di denunciare. Ieri durante l’udienza al processo penale denominato “Breccia” che prende avvio dalle dichiarazioni di un imprenditore sottoposto in passato ad usura e racket, è arrivato in aula un percorso di denuncia nato allo sportello Sos Giustizia di Catanzaro, dopo solo due giorni dopo la sua apertura ufficiale nello scorso mese di maggio. E’ un passo importante ed è altrettanto fondamentale è “illuminare” questo processo attraverso il racconto di quello che in quest’aula di giustizia emergerà sul contesto criminale locale.
Ai boss dà fastidio la presenza in tribunale di un terzo incomodo: la società civile organizzata. I clan sono abituati ad avere di fronte i magistrati, le forze dell’ordine, la burocrazia degli iter giudiziari ma non si aspettano di dover fare i conti anche con il coraggio dei cittadini e delle associazioni. Così anche ieri, durante la prima udienza, l’avvocato dell’imputato ha provato a motivare il “no” alla costituzione parte civile della Fondazione che opera per conto di Libera, attraverso gli sportelli Sos Giustizia. Ma il giudice ha scelto di ammettere la Fondazione come parte civile.
Il processo proseguirà per gli altri sette imputati in sede ordinaria, in data 11 dicembre 2013, ove sarà avanzata la medesima richiesta di costituzione di parte civile. Il processo “Breccia” – lo ricordiamo – vede otto persone alla sbarra, imputate a vario titolo per ipotesi di usura e racket ed a cui viene contestata l’aggravante di cui “all’art.7 L.203/1991, che prevede un sensibile aumento di pena, da un terzo alla metà, nei casi in cui i delitti sono commessi avvalendosi delle condizioni previste dall’articolo 416- bis del codice penale ovvero al fine di agevolare l’attivita’ delle cosche, cioè attraverso la forza intimidatoria promanante dal vincolo associativo”. Va evidenziato che gli episodi di usura e racket ai danni dell’imprenditore catanzarese si sono consumati nella zona di Cropani, dove è ormai acclarata la presenza pervasiva di famiglie di ‘ndrangheta, potenti sotto il profilo economico, con potere di vita o di morte sulle persone, e capaci di determinare fortune e fallimenti di qualsivoglia iniziativa imprenditoriale insistenze nella zona di propria competenza.
“Proprio a Cropani – spiega Don Marcello Cozzi, vicepresidente di Libera, si svolgerà in data 10 dicembre 2013, un’iniziativa organizzata dal coordinamento Libera Catanzaro e che vedrà la partecipazione di numerosi esponenti dello Stato e della Chiesa per fare sentire la presenza delle istituzioni e incoraggiare gli imprenditori vessati dalla ‘ndrangheta a denunciare”.
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