Processo Albachiara: chiesti dai 5 ai 9 anni di reclusione
Per la Procura Generale di Torino è ‘ndrangheta. I 16 imputati a processo, a seguito delle risultanze dell’operazione Albachiara, sono da ritenersi organici ad un gruppo criminale di natura mafiosa. Sono tutti affiliati e organizzati in una locale, operante nella zona del Basso Piemonte. Nell’appello del processo le richieste della Procura non sono variate rispetto al primo grado che si era concluso con l’assoluzione di tutti gli imputati “per non aver commesso il fatto”.
Ma secondo la Procura Generale gli elementi per condannare gli imputati ci sono: si tratta di ‘ndrangheta. Marcello Maddalena, nella requisitoria di ieri, ha confermato le convinzioni espresse dai Pm nel primo grado e poi nel ricorso in appello ed ha chiesto al presidente di della Corte, Brunella Rossi, di condannare i 16 imputati a pene che variano dai 5 ai nove anni di pena. Per tutti l’accusa è di associazione mafiosa. Al capo locale, Bruno Pronestì, sono stati chiesti 8 anni di reclusione, proprio per il suo ruolo di comando della cellula operante tra Asti, Alessandria e Cuneo. Sei anni e 8 mesi, invece, sono stati richiesti per Giuseppe Caridi, secondo l’accusa affiliato con la dote di “picciotto” e consigliere comunale in quota PDL al momento della conclusione delle indagini.
La procura generale, quindi, si oppone alla visione del Giudice di primo grado che non aveva ritenuto la sola affiliazione sufficiente a provare l’associazione di stampo mafioso.
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