Rassegna stampa 31 ottobre 2013
Corriere della Sera. Un’Italia delle mafie forti e della politica debole. A raccontarla ai lettori del giornale Aldo Grasso che rilancia l’intervista di 2next – Raitre andata in onda alcuni giorni fa. “N ove milioni e mezzo di italiani vivono in condizioni di povertà relativa, con meno di 506 euro al mese. A questi si sommano 4 milioni e 814 mila persone in povertà assoluta, condizione che riguarda ben il 7% dei minorenni italiani – ha spiegato Ciotti durante l’intervista realizzata da Annalisa Bruchi. Forte dell’esperienza di «Libera », l’associazione di promozione sociale che combatte contro le mafie e gestisce in parte i beni confiscati alle organizzazioni criminali – scrive Grasso – don Ciotti ha voluto ricordare che «c’è una democrazia pallida nel nostro Paese, le mafie sono forti e la politica è molto debole». Del resto, è bastato vedere il filmato su Antonino De Masi, un imprenditore calabrese che vive sotto scorta perché vittima delle intimidazioni della criminalità, per capire le parole del prete. De Masi si è autodefinito «un morto che cammina». Anche questa è Italia. Di mafie si continua a parlare sul Corsera nell’articolo di Andrea Galli che dalla prima pagina continua all’interno del giornale per spiegare questa “guerra fra clan” smentita dal questore di Milano ma – dai fatti di cronaca emersi negli ultimi- in corso. “Tre omicidi in tre giorni” – titola infatti il giornale di via Solferino. “Due fratelli uccisi a Quarto Oggiaro, nella periferia che per oltre 30 anni è stato il loro feudo di spaccio e di affari sporchi, spartiti con gli altri clan della criminalità milanese, dai Crisafulli ai Carvelli – si legge nell’articolo. Emanuele Tatone, 52 anni, ammazzato all`ora di pranzo di domenica scorsa, con tré proiettili, tra i rovi e gli arbusti vicino agli orti di via Vialba, ai confini del quartiere e della città, dopo esser sceso da una macchina col suo amico e tuttofare Paolo Simone, freddato anche lui da due colpi di revolver”.
Il Mattino. “Carcere per chi brucia i rifiuti”. Sulle colonne del quotidiano campano l’anticipazione di un nuovo provvedimento che prova a mettere un freno al disastro ambientale che è in atto in Campania. “Il governo studia il piano per l`emergenza: legge speciale per un biennio, linea dura contro chi inquina Carcere per chi brucia i rifiuti Pronto il decreto per la Terra dei Fuochi: pene innalzate fino a sei anni Daniela De Crescenze Pene più gravi per chi abbandona i rifiuti o vi da ftioco. “Il ministero dell’Ambiente ha pronta una legge per mettere un freno ai roghi tossici in Campania – scrivono. Il testo sarà presentato in uno dei prossimi consigli dei ministri dal responsabile del dicastero, Andrea Orlando, che alla norma lavora da tempo. Le norme saranno temporanee (due anni) e legate alla «persistenza di situazioni di grave criticità ambientale connesse alla gestione dei rifiuti». Una premessa necessaria per poter introdurre un inasprimento delle pene in una sola regione senza incorrere nello stop della Corte Costituzionale”. Di giustizia e rifiuti si continua a parlare sullo stesso giornale con l’articolo “Perchè 33 inchieste finiscono nel nulla” di Gigi di Fiore che scrive “Negli ultimi 12 anni, le procure delle province di Napoli e Casertahannoaperto 33 inchieste per traffico illecito di rifiuti. Quasi tutto è finito in prescrizione». Solo quest`anno 6mila.
Il Manifesto. Migranti, Ue e politica.Il quotidiano pubblica l’appello della Lega internazionale di donne per la pace e per la libertà- “Dopo Lampedusa l`Italia dia la rotta a tutta l`Europa. E il sistema economico mondiale che costringe i popoli a fuggire da guerre, miseria, carestie, dittature, cercando reali opportunità di un lavoro dignitoso e di uno sviluppo personale, affrontando un viaggio carico di sogni verso l`Europa, che si trasforma in viaggio della morte o della delusione – scrivono dalla Lega. È la lentezza dell`Europa nel trovare soluzioni a causare la morte, un`Europa che sembra aver perso la coscienza di cosa sia la drammaticità della guerra e della povertà. Non a caso già nel novembre 2012, dopo due tragedie, in occasione dell`assegnazione del Premio Nobel per la Pace, il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini scriveva all`Europa chiedendo soluzioni. Sulle politiche di migrazione e l’emergenza continua a Lampedusa alcuni articoli oggi anche su “Repubblica” (“Noi derubati sulla nave militare. Il giallo del furto ai profughi siriani”) su L’Avvenire (” Visto di protezione Ue per strappare i profughi dalle mani dei trafficanti”).
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