Casalesi a Roma gestivano settore videopoker e scommesse: 15 arresti
Facevano soldi a palate grazie alla gestione di slot machine e videogiochi. Erano riusciti a piazzarli in diversi locali della Capitale, soprattutto sul litorale romano. Un monopolio, quello messo sotto la lente d’ingrandimento da parte degli investigatori, conquistato a colpi di intimidazioni e metodi violenti. Metodi mafiosi secondo i magistrati della Dda di Napoli, che hanno chiesto l’arresto di quindici persone ritenute legate al clan dei Casalesi, eseguiti dal Gico della Guardia di Finanza di Roma, con le accuse di associazione mafiosa, usura, estorsione, detenzione di armi e altri reati. A dirigere l’organizzazione sarebbe stato Mario Iovine, legato al clan camorristico di Casal di Principe ma trasferito nel 2003 ad Acilia, quartiere periferico di Roma.
Proprio nella Capitale avrebbe investito i soldi del clan nella distribuzione di macchinette “mangiasoldi”, contando pure sull’appoggio di esponenti della malavita romana e di un gruppo di cittadini albanesi, soprannominati i “pugilatori”. Tra loro anche Oriel Kolaj, in passato campione italiano dei mediomassimi. Un braccio armato e violento che serviva a convincere i gestori dei locali a installare le loro slot machine e videopoker. Metodi utilizzati anche dal gruppo romano che dopo l’arresto di Iovine nel 2008, decise di staccarsi dai casalesi e mettersi in proprio. I familiari di Iovine continuarono a gestire lo stesso giro ma limitandosi al territorio di Acilia. Nell’ambito dell’operazione sono stati sequestrati beni e società per un valore di 30 milioni di euro.
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